domenica 29 novembre 2009

Domani è lunedì...

Domattina si torna al lavoro sul Titanic. Dopo un fine settimana sostanzialmente lavorativo a casa, dove gli scricchiolii dell'iceberg sono solo uno sgradito ricordo, l'idea di riavvicinarmi in zona terza classe mi disturba un po'. Al fine di evitare ansia e disturbi della personalità sto procedendo con l'ascolto e la visione di questo video, da cui trarre fondamentale ispirazione.




Continuo a ripetere, come fosse un mantra: "Sei Doris Day, la vita è un film, sei Doris Day, pure se sei stonata".

lunedì 23 novembre 2009

Tempesta?

Certi giorni ti senti così, come un cielo in tempesta. L'anima in subbuglio, i pensieri che si addensano neri e si raggrumano in crocchi rabbiosi, un parlottio concitato invade ogni angolo della mente e potresti prendere a schiaffi chiunque. No non chiunque, ma coloro che vagano per la vita come se in fondo ciò che accade non fosse affar loro. Non parlo di monaci zen che hanno raggiunto l'illuminato distacco dal mondo, non parlo di gente che è nel mondo ma non appartiene ad esso No, parlo di quella immensa carrettata di imbecilli che continuano a guardare solo i propri calli quando una nave sta affondando. Coloro che hanno del mondo una visione così ristretta ai soli personalissimi interessi che, dopo 10 minuti che ci parli, ti viene la claustrofobia, ti si raggrinziscono i neuroni e ti sale la nausea. Ti prende un attacco di pessimismo universale, smetti di proferire verbo, taci, guardi e mentre loro parlano, quei due neuroni ancora vivi, cominciano a cercare le indicazioni per le scialuppe di salvataggio. Alzi gli occhi e vedi la stanchezza immensa che ha invaso la faccia di un altro, quell'altro che sa che c'è una falla grossa come una casa, che ha capito che abbiamo preso l'iceberg. Allora vorresti la bacchetta magica, non per salvare la nave, no, solo per trovarti altrove, velocemente ed evitare di vomitare in pubblico. Ecco magari inviteresti pure quell'altro, non foss'altro perché si merita una vacanza.
Ecco mi sa che ultimamente ho passato troppo tempo dentro a riunioni di lavoro....

venerdì 20 novembre 2009

Blue moon Ella Fitzgerald

ce l'ho in testa da stamattina, eccovela magari così smette di rintronarmi


(cfr anche l'altra mezza chimera)

lunedì 16 novembre 2009

Addio mia bella addio....

Oggi è il 16 novembre 2009 e nel Lazio la televisione non c'è più. Per la precisione hanno spento l'analogico. Per me, nella mia farlocchissima mente, si apre un universo felice: posso buttare la tv. Eh sì perché io il digitale non me lo compro. Ho delle ottime scuse pronte per non farlo, ho una lista di priorità pressanti lunga come una parete: devo ricomprarmi lo scooter che il mio sta per esalare, ho da pagare il dentista, mi mancano diversi mobili in casa etc etc etc. La verità è che queste sono tutte scuse, l'unica assoluta incontrovertibile verità è che finalmente mi sento libera di liberarmi del televisore.
Ad un certo punto della mia vita trascorsi diversi anni senza quella cosa in casa, non lo dicevo a nessuno, quando nella conversazione si finiva a parlare di programmi televisivi, io, semplicemente, tacevo. Il fatto è che poi qualcuno se ne accorse, ne parlammo e io spiegai che la tv mi rompeva le scatole, che non mi piaceva, magari mi potevo vedere un film ma sia l'oggetto che i programmi, non mi piacevano. La mia spiegazione venne interpretata immediamente come atto snob. In fondo sei un'intellettuale, tu, per quanto farlocca questo sei, il tuo è un atteggiamento da snob con la evve moscia, la tv non la vuoi vedere perché sei schizzinosa culturalmente ... e giù botte da orbi. Nessuno credeva che la mia fosse pura e semplice noia, no, dietro ci doveva essere qualcosa, un rifiuto, un desiderio di originalità ad ogni costo, come minimo, dettato dalla mia insicurezza-fragilità-cretinaggine (a scelta o tutte insieme fate voi). Hai voglia io a dire che "giuro che non è snobbismo solo appallamento feroce", no mi stigmatizzavano come "pessima-radical chic(???)-intellettuale di merda" etc etc. Me ne diedero talmente tante (metaforicamente parlando) che mi comprai un 14 pollici per non farmi più dare della snob praticamente stronza. Passò del tempo ed andai a vivere con l'uomo di turno. Ad un certo punto cominciarono le difficoltà. Mutismi e silenzi, solitudine da mugugno altrui, da silenzio che diventa come piombo e io riaccesi il televisore. Non era più il 14 pollici comprato per disperazione, bensì un accrocco fatto con video lcd da 17 pollici, dvd-vhs e antenna portatile, il tutto collegato ad uno stereo di ragionevole qualità. Be' i dvd ci si vedevano e ci si vedono bene, canali tv se ne vedevano 4 scarsi ma era un aiuto perfetto per sopravvivere alle difficoltà di relazione. Mi sono sorbettata ore di CSI, dottori sadici e/o talmente buoni da far venire le carie, ma meglio loro che il muro di indifferenza che certi giorni trovavo tornando a casa. Nei periodi buoni però restava di nuovo spenta la macchinetta, al massimo la si accendeva per un film da condividere con schifezze seduti sul divano. Erano belle serate quelle, non guardavamo la televisione, ma condividevamo qualcosa, fosse stata pure una partita a tre-sette a me sarebbe sembrata la cosa più bella del mondo. Alla fine pure quella convivenza finì, l'accrocco video-stereo-antenna-dvd seguì me nella nuova casa. Restava spento quasi sempre, qualche rara accensione quando facevo il cadavere sul divano, o se un ospite voleva proprio vedere qualcosa. Ora, finalmente, potrò buttare quell'antenna portatile che impiccia, l'accrocco lo userò solo per i dvd e quando leggerò un post che non capisco perché pieno di riferimenti tv chiederò serenamente spiegazioni. E non sono più io che sono snob-stronza-radical chic sono loro, cattivi, che mi hanno spento il segnale...


giovedì 12 novembre 2009

English theater



In questi giorni tra lavoro e raffreddore non ho cervello per scrivere. Ma capita comunque che mi imbatta in qualcosa di bello e che abbia voglia di segnalarlo.

Se capite bene l'inglese e passate da Roma entro domenica 15, all'arciliuto c'è uno spettacolo che mi è piaciuto enormemente:

THE ENGLISH THEATRE OF ROME

FORD ENTERTAINMENT presents
GOOD GRIEF
written by Terrianne Falcone
Directed by Parysa Pourmoneshi
Live Original Music by Angelo Nitti

E' un one-woman show, con 9 storie raccontate magistralmente da Terrianne Falcone, in un'atmosfera quasi magica creata da pochi oggetti e immagini. Brandelli di vita, di umorismo e tragedia che in poche parole e pochi gesti arrivano direttamente all'anima di chi guarda. Uno spettacolo messo su con quasi nulla, che non ha pretese di avanguardia o sperimentazione, ma solo di essere del buon teatro.

venerdì 6 novembre 2009

Just Breathe

Certi giorni non c'è altro da fare....

lunedì 2 novembre 2009

Visioni novembrine


L'autunno io lo sento sopratutto a novembre, quando le strade si riempiono di foglie, i tombini si otturano e Roma si allaga. Mi piace l'autunno, anche se è malinconico, anche se le foglie cadono e ti viene da piangere nel grigiore dei giorni piovosi. Mi piace pensare che sia la chiusura di un altro ciclo, un altro anno che va a finire, un anno che ora si scioglie tra i marciapiedi e le gocce d'acqua, per poi diventare ghiaccio e, finalmente, rifiorire in una nuova primavera. Mi piace guardare le stagioni, lo scorrere del tempo, la rassicurante eternità (su scala umana) dei cicli naturali. Io che mi sento effimera, mi rassicuro di questa continuità.
Mi rassicura sapere che a novembre a Roma ci saranno le foglie per terra, che la gente dirà male del sindaco di turno perchè pioverà e tutto si allaga; so che odierò la pioggia, che sarà come sempre, freddo e grigio, che tirerò giù il calendario per le ore passate nel traffico, su due ruote, sotto l'acqua, con la paura di scivolare su quelle foglie che non-si-fa-in-tempo-a-toglierle e già ristanno per terra. Ricorderò le immagini americane di parchi e valli colorate come solo, per un attimo nell'anno e solo là, può accadere.
E' la malinconia meteorologica che si sposa bene con quella interna, con quel senso di solitudine che ti da certe volte la vita effimera, l'essere senza progetti, senza una meta da raggiungere. Quando ti rendi conto di avere tutto e che quel tutto non è niente, che è effimero pure il "tutto" che ora possiedi, perché poi arriva l'autunno e cadranno le foglie e il ciclo ricomincia.

E poi, ci sono le poesie, le canzoni che sono state scritte sull'autunno.