La farlocca qui presente ha un problema che le complica, costantemente, la già complicata vita, è un problema alimentare, nulla di mortale ma molto molto fastidioso. La farlocca è intollerante, molto seriamente, al lattosio. In realtà scoprire questo è stato per lei un evento risolutore, mille mali che l'affliggevano da tempo immemorabile, scomparvero come per incanto in conseguenza della semplice eliminazione del lattosio, in ogni sua forma ed accezione, dalla sua dieta. Quindi la farlocca giubilò estasiata. Solo un rimpianto, un dolore al centro l'anima, l'accompagnava: il distacco dal gorgonzola al mascarpone.
Ebbene sì quell'alimento tra il piccante e il dolce, grasso da intasare le coronarie al primo morso, sublime nello sciogliersi sul palato, quello era l'unico vero distacco che le è sempre pesato. Il gelato si mangia di soia o di frutta, lo yogurt chissenefrega, la panna pace, non è essenziale, la besciamelle te la fai a casa con il latte a ridotto contenuto di lattosio o con il brodo. Tutto si sostituisce, di tutto si può fare a meno. Solo lui, l'estremo oggetto d'amore, è insostituibile e sempre sarà tale.
Ora, direte voi, a noi cosa ce ne dovrebbe fregare di questa tua perversione alimentare frustrata? Un attimo che vengo al punto.
Da un po' di tempo (parecchio) costruisco categorizzazioni degli eventi della mia vita, gioco a raggruppare, a trovare pattern comuni nei rapporti che intrattengo, cerco stralci di razionalità nell'irrazionale universo del sentimento. Ultimamente ho una categoria di relazioni umane che in altre epoche era sempre vuota, che si sta riempiendo sempre più. L'ho chiamata la classe del gorgonzola al mascarpone. Il nome deriva da un'analogia ovvia a questo punto del mio scrivere e della vostra lettura, in questa classe vanno a finire, per tempi più o meno lunghi, quei rapporti con persone amatissime, la cui compagnia è desiderata ardentemente e la cui vicinanza è spesso fonte di immensa gioia, che hanno un però che le contraddistingue. Alla lunga per me sono tossiche (e magari io per loro). Sono quelle persone che ami tuo malgrado, quelli che ami nonostante tutto, ma che ad un certo punto capisci che, se non cambiano modalità (non sostanza solo modalità) finiranno con il farti la pelle. Senza volerlo, amandoti anche loro ti faranno fuori. Sono, ad esempio, quelli che non sanno controllare la diarrea verbale quando stanno male e senza chiederti come stai (magari tu ti reggi in piedi per miracolo) ti investono costantemente con un mare di negatività e di orrori. Tu saresti ben felice di dar loro una mano, allora provi a dire la tua ed automaticamente diventi oggetto d'ira, perché "non capisci...". Quello che vogliono è un contenitore per l'ansia e basta. Neppure il pat pat sulla spalla è ammesso, devi star lì zitta e se dici una cosa qualsiasi, partono di sberla perché non sono in grado di ascoltare, stanno troppo male e cercano solo un parafulmini. Poi ci sono quelli che vanno sulle montagne russe che tu sembri una dilettante. Un giorno sei l'oggetto di ogni amore, il giorno dopo sei il nemico numero uno, il tutto senza una parola di spiegazione. Anche lì c'è un malessere grande, uno squilibrio profondo, che tu potresti accogliere se solo venisse esplicitato. Potresti anche accettare di svolgere il ruolo del nemico numero uno, se solo ti avvisassero. Ma parte del dolore che queste persone vivono è proprio l'impossibilità di comunicare. Non ce la fanno proprio. Altri ancora sviluppano stati di violenza repressa feroce, che esplode in modalità le più diverse, dal cacciarti via malamente quando hai bisogno di accoglienza al prendersela con te, di nuovo, senza spiegartene le ragioni.
Non sono tante le persone nella catgoria del gorgonzola al mascarpone, ma sono, adesso, un numero maggiore di zero. Un tempo non era così, riuscivo ad accogliere tutti e tutto, a mettere sottovuoto il dolore che i malesseri altrui mi provocavano. Adesso non ce la faccio più. semplicemente Non posso smettere di amarle queste persone, non smetterò mai, ma finché non riusciranno a vedere anche me nel loro rapporto con la vita, io ne faccio a meno, gli giro intorno, ogni tanto ne prendo una punta di cucchiaino, per vedere che succede, se va meglio, se oggi si accorgono di me, se stanno bene abbastanza da non farmi male, un po' come per il gorgonzola al mascarpone, che suo malgrado, mi avvelena.