giovedì 23 settembre 2010

E rieccoci qui ...

Dell'autunno, come della primavera, mi piace tanto l'equinozio. Mi fa pensare che siano stagioni per bene, caldo e freddo si alternano abbastanza equamente, giorno e notte stanno alla pari, almeno all'inizio. Certo la primavera è più simpatica perché nel suo scorrere porta una quantità crescente di calore e luce, mentre l'autunno ha questa vena di malinconia crescente, questo infreddolimento sempre maggiore. Comincia così, senza clamore, una mattina apri la finestra e capisci che dovrai mettere le scarpe chiuse e i calzini se no in moto le dita dei piedi perderanno sensibilità. Torni a casa, è sera e di colpo tiri fuori la coperta leggera, perché a te che sei un po' serpente, sotto i venti gradi ti si gelano pezzi sparsi. Però all'equinozio luce ed ombra si equivalgono, il pianeta, per un attimo diventa come il simbolo di yin-yan. E' tutto tranquillo, non c'è quella passione sfrenata che porta con sé l'estate, né quel senso di immobilità un po' fatalista, dell'inverno. Siamo, per un attimo, in perfetto equilibrio.

E allora ti dici che anche tu puoi fare qualcosa di equanime, di egualitario, di equilibrato. Ad esempio puoi ricominciare a parlare con la tua parte web, puoi uscire da quel silenzio quasi totale che ti ha catturato da giorni. Puoi equamente, (e possibilmente) in bella prosa, tornare a dire cazzate sul tuo blog.

mercoledì 8 settembre 2010

Per le tortuose strade

Sono rientrata da un po'. Alla fine di agosto io e il mio fidanzato a due ruote siamo tornati a casa. Strade tortuose ci hanno condotto in luoghi per noi speciali, luoghi fatti di vento, odori selvatici e pensieri che per noi sono poesia. Siamo andati in giro e nel vagare abbiamo consolidato un sorriso.

A casa non ci aspettava nessuno, solo lavoro (molto), qualche incontro sorridente e strade note che però oggi ci sembrano diverse. Siamo più armonici dopo quasi 2000km insieme, siamo più stabili, abbiamo meno paura l'una dell'altro, sappiamo come muoverci insieme. In fondo imparare ad andare in giro su di un mezzo a due ruote richiede quasi la stessa cura e attenzione che richiede una relazione tra umani. A volte è quasi altrettanto divertente, solo che il contradditorio, il confronto è forse un po' meno costruttivo... be' ad un coso a motore, per quanto amato, non verrà mai in mente un post come quello del mio amico gillipixel. Certe cose non le dirà mai, ma può contribuire molto a fartele pensare. Nel post di gillipixel ad esempio c'è una frase che ho pensato tante volte in questa estate vagabonda, l'ho pensata quasi con le stesse parole, solo che non mi era venuta così bene:

Forse il senso della vita consiste proprio in un’incessante, altalenante ed appassionante ricerca di nuovi significati cumulativi da assegnare alla vita stessa. Forse tutto il senso sta nella “ricerca per la ricerca”, in una curiosità inquieta che si autoalimenta ritrovando in se stessa quel combustibile dal quale è a sua volta ciclicamente travolta e ri-combusta.

E questo è quel che ho fatto per tutta l'estate, ho cercato qualcosa che non ha nome, ho cercato per cercare, ho imparato per imparare, ho sorriso per sorridere, ho chiuso gli occhi e visto tutto quel che avrei voluto vedere sapendo che ero io a volerlo.