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sabato 3 luglio 2010

Compleanni, bilanci e macerie varie

L'insonnia da jet lag e caciara esistenziale imperversa. Dunque rieccomi a produrre esorcismi, pseudo-racconti e quant'altro di inutile con le parole si possa fare per decorare un blog blu come la notte, un blog in cui, pure se fosse giorno, mica ci si vedrebbe un granché.

Quest'anno invece di essere in giro, il giorno del compleanno sono tornata a Roma. Sono scesa dall'aereo proprio quel giorno lì. Si sa che i compleanni sono spesso giornatacce, sopratutto in periodi di transizione, in fasi della vita in cui nulla di rassicurante è presente e ancor meno probabile. Questo compleanno è stato un qualcosa di non facile da descrivere. Da un lato la stanchezza di 20 ore di viaggio che, accoppiata al senso di preoccupazione che associavo ai giorni che dovevano arrivare, mi dava un senso di sfinimento cosmico che si è esplicato in molte lacrime e innumerevoli lavatrici. Dall'altra la bellezza, la tenerezza dei gesti di chi mi ha accolto. La famiglia farlocchissima al gran completo e quei pochi amici che ho a Roma, mi hanno fatto una festa serale, in terrazza, con i nipoti che imperversavano, una partita mundial (che non ho visto), cibo buono e molto affetto. Io completamente intronata che dicevo cose sceme, cercavo di non pensare a cosa mi aspettava e mi aggrappavo a speranze varie.
Poi sono arrivati i giorni successivi.

Non sto a dar dettagli, diciamo che mi sento come se fossi seduta in una casa completamente vuota, è rimasto solo uno scatolone con le poche cose che mi appartengono davvero. Sono pochissime, sono solo le cose fondamentali. Siedo su quello scatolone e guardo fuori da una finestra. Là ci sono i progetti che avevo, sono andati a fondo con il Titanic di cui parlai una volta. C'è poi qualcuno, che mi è molto caro, e che mi ha accolto con un muro di terribile silenzio ostile, un silenzio come un pugno in faccia, un pugno al centro dell'anima, inatteso e senza spiegazioni, un silenzio che nega.


Posso solo dirmi che da tutto questo vuoto, dal dolore, dallo stupore che provo mentre mi guardo intorno, da tutto questo non potrà che nascere qualcosa di straordinario, qualcosa che non posso neppure immaginare, perché davvero non è rimasto più nulla di quel futuro che avevo immaginato.

mercoledì 1 luglio 2009

Visioni americane 4: compleanno


Il giorno del mio compleanno è sempre un momento critico. E' un momento nel quale ripercorro luoghi e situazioni, non solo dell'anno trascorso ma spesso delle vita intera. Saluto i miei morti e abbraccio il passato. Celebro ciò che è andato e non tornerà più, saluto gli anni trascorsi e che cominciano ad essere un numero non trascurabile. Accolgo a mio modo la paura di ciò che sarà e cerco di dire addio a ciò che vorrei ma non può essere. Solo dopo questo rituale posso festeggiare.

Telefonate, messaggi, email, un'onda di calore che arriva dall'altra parte dell'oceano. Quasi tutti, quasi, quelli che amo mi hanno pensato e comunicato la cosa. Qualcuno non lo ha fatto, però mi piace immaginare che, magari, gli sono venuta in mente, come per caso. Magari si sono chiesti "ma come mai proprio oggi l'ho pensata 'sta matta?" E poi il pensiero è scivolato via con le cose da fare. Intanto io scivolo via per le strade della east coast, seduta sul sedile posteriore; scribacchio sul palmare. Appunto attimi, vado in giro con gli occhi e con la mente chiedendomi dove mi stia dirigendo. Senza ascoltare la risposta, proseguo. Andiamo, qualche intoppo di traffico ci blocca temporaneamente. Stiamo girando intorno alla Chesapeake Bay. Dopo il tunnel e il ponte Chesapeake, ci immergiamo in una zona di campagna. Quiete, poco traffico. I nomi delle cittadine suonano alieni: Accomac, Onancock, Chincoteague, ma sono solo i nomi originali di questi luoghi, prima dell'arrivo degli europei.
La sera evolve in una superba cena con granchi e ostriche, vino (rosso) in quantità. Poi si va verso Cristfield, Maryland. Finisco in macchina con un'amica dei miei amici. Ecco loro hanno, a volte, amici un po' particolari. La signora in questione è greca, vive qui da tempo, ha girato tutto il mondo, visto ogni cosa e, sopratutto, non sta mai, e dico mai, zitta. Per l'occasione mi tiene una conferenza dettagliatissima sulla fine del mondo nel 2012 e sull'avvento delle due lune il prossimo 22 agosto e conseguenti disgrazie. Quindi ora visualizzate bene la Farlocca, un po' sbronza, anzi parecchio sbronza. Cercate di immaginare lo sforzo disumano che fa per annuire compitamente, infilare qualche osservazione educata in un inglese intelligibile e non seguire il suo istinto, ovvero buttarsi al suolo e ridere scompostamente facendo battute pesanti. Ebbene sì la Farlocca resta una signora, sopratutto il giorno del suo compleanno e anche se sbronza.

Ah dimenticavo, il ristoratore ci ha anche regalato la torta... peccato non poterla mangiare!

martedì 1 luglio 2008

Vacanze 1


Si avvicina il momento del compleanno. Un senso di sottile panico avanza, avrò la forza per non passarlo in lacrime? I motivi per piangere sono due in realtà, in comune hanno la separazione subita, uno è l’abbandono di cui ad altri post, l’altro motivo è l’assenza di mia madre morta improvvisamente qualche anno fa, altra assenza che diventa continuamente presenza.
La soluzione mi salta agli occhi un pomeriggio durante una telefonata con il mio amico gallese che vive in New Jersey, continua a dirmi vieni qui, quest’anno non riesco a passare io e tu hai bisogno di coccole. Ha ragione da vendere compro il biglietto per gli stati uniti. E così poco dopo il rientro dal Canada, con ancora il fuso orario mezzo sballato, riattraverso l’oceano. Questa volta il viaggio è tranquillo, si dormicchia, si masticano gomme alla nicotina e quando tiro fuori le sigarette finte faccio amicizia con metà dei fumatori presenti che me ne chiedono una, si ride e si scherza sulla nostra addiction/dipendenza” a seconda della nazionalità del fumatore. All’arrivo c’è il gallese con la sua compagna che mi aspettano con un bicchierone di te verde freddo. Sono persone per me molto speciali, lei insegna yoga e lui è uno scienziato, allegria e serenità te la comunicano anche solo con uno sguardo.
Il programma per i primi giorni, incluso il fatidico compleanno, prevede un viaggio verso il nord dello stato di New York e il Vermont. La prima sosta è in un ashram nelle catskill a fare yoga, poi si guiderà per ore e andremo a Jeffersonville Vermont dove ci raggiungerà anche un’altra mia specialissima amica che vive a Houston, lei è dell’Arkansans ed è un’altra di quelle persone speciali che la vita di mette davanti per amarle.
La zona delle catskill è parecchio sottosviluppata, il posto dove andiamo si trova accanto ad un paesino a prevalenza hassidim, il venerdì è un casino con tutti che corrono a destra e a manca perché poi arriva il sabbath e quindi tutti fermi come sassi.



L'ashram è un posto incantato e fuori dal tempo dove si pratica yoga 4 ore al giorno, si fa vita comunitaria, si medita etc. etc. io sono stanchissima tendo ad addormentarmi ovunque ma lo yoga mi piace e mi rilassa, poi farlo all'aria aperto è particolarmente piacevole. Lo yoga non è una mia pratica quotidiana, ma l'ho praticato per diversi anni e rinnovare questo "incontro" mi mette di buon umore.
Lavo piatti, cerco di stare sveglia durante la meditazione, faccio lunghe passeggiate per fumare di nascosto, dato che qui sono banditi tutti i vizi, dall'alcool, alla nicotina passando per la caffeina le cipolle (?) e l'aglio(?). Intorno boschi, silenzio e io dormo come un sasso, pare che durante la notte sia pure partito l'allarme anti incendio ma io non ho sentito nulla.
Rigenerati nel corpo e nello spirito, partiamo alla volta del Vermont. Ovviamente la prima sosta riguarda caffeina e bevande varie, per il viaggio si dice, ma in realtà il gallese è in crisi d'astinenza da caffeina. Si guida per ore e ore, piove che dio la manda, io continuo a dormire sul sedile posteriore. Poi si apre il cielo e siamo arrivati. Montagne, prati verdi, boschi ancora diversi e soprattutto c'è anche la mia amica dell'arkansans. Ci si abbraccia e si fa festa, lei contrariamente ai miei compagni di viaggio, gente allegra ma contenuta nei modi, mi somiglia nel modo di fare: facciamo un gran casino quando siamo insieme, ridiamo forte, parliamo ad alta voce, gesticoliamo. Insomma siamo due terrone!
Dormiamo in un bel posto gestito da una coppia gay (Mary e Moiran), un B&B dove il breakfast vale fino alla cena. Arriva il compleanno e mi dico che sono stata saggia. Passo una giornata spettacolare, tra passeggiate, negozietti, mercatini e chiacchiere, per concludere con una splendida cena con tanto di torta speciale (sorbetto alla sangria con candelina annessa).
Sono contenta come non mi succedeva da tempo, la malinconia è cancellata dalla bellezza del posto e dalla compagnia.
E' arrivato il momento di ripartire, noi torniamo in New Jersey, la mia amica va a recuperare la figlia a Lake Placid e ritorna al sud. Ci promettiamo di rifare qualcosa del genere magari l'anno prossimo, lei poi ha una vita faticosa e non facile, le auguro davvero ogni bene e cose belle. Risaliamo in macchina. Si guida in mezzo alla campagna, il cielo è di un azzurro vivissimo con nuvole bianche che corrono via, niente inquinamento qui.
Attraversiamo Lake Champlain con il ferry, imbocchiamo la highway verso sud e si guida per tutto il giorno. Alle 5 del pomeriggio dopo quasi 8 ore di macchina siamo a casa. Il gatto one-eye detto onesy ci accoglie facendo feste da cane con salti e giravolte. Vediamo cosa ci inventiamo per domani. Buon compleanno a me!