giovedì 29 maggio 2008

abbandoni e serpi











Una delle regole d'oro delle abbandonate e degli abbandonati è: evitare che chiunque vi parli dell'ex. Se sei rapida e decisa puoi riuscire ad avvisare tutti gli amici e conoscenti in poco tempo. E' fondamentale farlo per evitare di sapere cose che in realtà proprio non vuoi sapere. Tipo che l'ha portata a casa vostra appena hai traslocato o che erano alla tal cena insieme etc. etc. Perché per quanto tu possa essere di nobili origini, istruita/o ed evoluta/o, di solito reagisci come un cavernicolo/a a cui la tigre con denti a sciabola ha appena rubato la sospirata cena... il peggio poi è che ti devi pure controllare. Non puoi picchiare l'ignaro/a (insensibile) conoscente che ti racconta cose con tutto candore (spero). Quindi silenzio.

Ovviamente questo non basta a metterti al sicuro. Sei disgraziatamente fragile, ipersensibile e ti senti con le ossa doloranti, un po' come se avessi l'influenza, ma dura più a lungo. Questo stato è cosa che in alcuni, a cui stai particolarmente antipatica, produce una sensazione di godimento notevole, se poi ti mostri tranquilla a loro scatta il sadismo...

Cammino per la strada nei dintorni della nuova casa, mi godo il quartiere, colorato e caotico, dove si parlano mille lingue e in tanti ti sorridono quando passi, già è un po' che ti vedono e allora "ciao", "buongiorno". Non sei in guardia, ti godi un momento allegro e così non la vedi, non cambi strada , non previeni. La conoscente che non vedi da un secolo, l'ultima volta vi siete dette cose non proprio da sorelle in cristo (o altro dio) e avete spruzzato acido sottilmente per tutto il tempo. Sfiga vuole che lei si occupi di formazione nel settore in cui lavora l'ex, sfiga al quadrato vuole che conosca te, lui e pure l'altra che è dello stesso ambiente dell'ex (la disgraziata ha pure un CV da super star del settore).
Così comincia "Carisssssima, come stai?" "bene bene. hai visto che bella giornata?" "Oh ssssì, dopo tanta pioggia!!!!!" (lei sibila ed ha molti punti esclamativi nell'eloquio) "Giusto a te pensavo sai..." a questo punto sono in guardia, se fossi un gatto avrei le orecchie basse, la coda gonfia come un cocomero e ringhierei sommessamente, ma sono umana e mi hanno pure tirato su beneducata. "come mai cara pensavi a me?" "Eh, sssai, ieri controllavo un po' le attività dei nostri collaboratori e sono andata sullo spazio web della tale" quella tale porca miseria... "ho notato che lui (l'ex) era al primo posto tra i suoi amici.... sssai sse fosssse il mio compagno mi darebbe un gran fassstidio, a te no?" odddio come gode. "Certo se fosse il mio compagno mi potrebbe disturbare, ma visto che è il suo non mi frega niente" e ora eccola, ha avuto conferma, la voce è vera, una luce di puro piacere le illumina gli occhi, si avvolge nelle spire, la testa eretta è pronta alla caccia "Non sssapevo, come mi disssspiace!!!!! SSSembravate cosssì uniti!!!!" e adesso che gli dico? vado di destro? di capoccia sul naso? o le mordo uno stinco? Ma io sono fortunata, tanto, deve essere passato un angelo. Di colpo mi distacco e ci vedo da fuori, mi viene da ridere "mah veramente a me non dispiace, la vita va avanti e non è niente male" sorrido. Le spire si afflosciano, gli occhi si spengono.
Sono stata così convincente che quasi quasi mi convinco anch'io.

martedì 27 maggio 2008

L'abbandono













Mettetevi un attimo seduti, ripercorrete le vostre personali tragedie e ditemi, onestamente, se sono tutte uniformemente colorate di nero. Onestamente ribadisco.

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Nella mia personale categorizzazione delle tragedie esistono due tipi di grandi dolori nella vita delle persone: quelli normali e quelli no. Quelli normali sono cose come la morte di un genitore quando sei ormai adulto, la fine di una storia d'amore importante e via così. Quelli non normali sono quei dolori innaturali come la morte di un figlio/a che non trovano collocazione nel fluire naturale del tempo. Di questi secondi non parlo, sono le tragedie travolgenti, enormi, come quando c'è una catastrofe naturale e perdi tutto quello che caratterizza la tua vita. In questi casi non c'è senso dell'umorismo che tenga, è notte nell'anima e dura per molto tempo.
Però la stragrande maggioranza delle nostre tragedie personali ricade nella prima categoria. Parliamo della più comune: l'essere piantate/i, abbandonati, da una persona che amiamo.

Supponiamo che da un po' di giorni ci si sveglia in lacrime, nell'aria c'è qualcosa che addolora, un senso di catastrofe imminente. Ad un certo punto le lacrime a vuoto appaiono inutili, allora ci si guarda allo specchio e si decide di affrontare qualunque cosa stia per accadere...

Tiro su con il naso e mi avvio verso la camera da letto della nostra splendida casa, un attico pieno di luce, di cose nostre, alcune belle, altre meno, ma comunque nostre. Guardo tutto questo e apro la porta... "hai un'altra vero?" ... "sì"....

'azz dov'è il tir che mi ha appena investito? come ha fatto a passare dalla porta?
L'altra è, ovviamente, mooolto più giovane, più carina? boh... ne riparliamo quando avrà la mia età e vedremo se sarà una capace di reggere un'ora di corsa e se starà ancora nella taglia 42... vedremo, ma per ora la massima di osho sul confronto proprio non riesco a digerirla e mi sento una scarpa vecchia buttata nella 'monnezza.

Ma come? io che ti amo così come sei, pregi e difetti, amo anche l'ipocondria, gli attacchi di panico, i silenzi da immersione creativa e tutti i casini che c'hai nella testa... e tu che fai? TE NE VAI CON UNA RAGAZZINA.... Scappo.

E' natale, la cosa rende il tutto ancora più difficile, tra lucine e presepi, famigliole sorridenti e coppiette che si comprano i regali, mi sento ancora peggio. Per fortuna ci sono gli amici e i parenti, che ti riempiono di un amore che neanche avevi capito fosse lì. Tutti lì a raccogliere i tuoi cocci e già così, tra un pianto e l'altro, ci pensi e sorridi. Gli uomini della famiglia che da intellettuali di sinistra, evoluti e tolleranti, fanno commenti quasi tribali e dopo 5 giorni già mi vogliono presentare amici di amici "tanto interessanti". Altri ti accolgono al di là del mediterraneo, ti sfottono un po', dicono che per te quella magnifica città spagnola è sempre nella nebbia, visto che piangi sempre, ma sono lì e non ti mollano. E poi quelli che vivono nella torre tra quadri e libri e sono sempre a disposizione, "vieni subito qui. qui puoi fare la convalescenza" E poi le amiche che ti ospitano, raccolgono e accudiscono, progettando vendette terribili, in realtà solo per farti ridere e creare piccole psico-magie per esorcizzare. Insomma per uno che ti strazia, 100 si muovono per amarti.
Passano le vacanze di natale, io sempre in fuga, quello sempre innamorato è lì che si vive la sua storia d'amore, lo so per via elettronica, massimo contatto gli sms o la chat perchè io sono in fuga e non lo voglio vedere o sentire la sua voce. Dopo un mese decidiamo di parlare di nuovo, di incontrarci. Sono la metà di quando sono uscita di casa, diciamo che si vede che non sono felice, sono un rottame, piango in continuazione.
Parte lo psicodramma, si parla ci si confronta, si discute e piano piano la tragedia comincia a trasformarsi in farsa. "Tu sei una donna meravigliosa, eccezionale... tu per me hai fatto tanto, mi hai dato tanto... tu-sei-speciale-e-a-destra-e-a-sinistra..." una lista di elogi impressionante, un quadro tale che quasi quasi mi sento una santa... ma allora perchè mi sta mollando? be' pensando alla parte razionale del discorso ha i suoi motivi ... non li condivido ma se vuole andare... e poi la modalità poteva essere migliore... insomma che vada. Però la cosa non finisce lì. Troppo facile sarebbe piangere una sera insieme e poi via ognuno per sé.

Nel corso dei mesi successivi, do un po' fuori di matto, anche perchè me lo trovo sempre in mezzo, c'è una casa comune non è facile non vedersi mai, anche se non si dorme sotto lo stesso tetto. Intanto ricomincio a mangiare decentemente e mi trovo una casa. Evento felicitante perchè situata dove la voglio ed è anche come la voglio. La casa meravigliosa la prende un amico caro, tanto più che nessuno di noi due, precedenti inquilini, da solo, se la può permettere. Per lui è la rinascita dopo un medioevo dell'anima. Prendo questo come un segno, dove io piango lui trasforma in sorriso, in vita, che meraviglia!

Intanto il mio ex-compagno fa le sue scelte, va avanti per la sua strada e continua a cercarmi. Ai miei reiterati rifiuti di mantenere un rapporto con lui, in quanto a mio avviso distruttore della nostra storia e poi, sopratutto, per il troppo dolore che mi provoca il sentirlo, dichiara "ma non capisci, io non ho distrutto niente, io voglio solo una trasformazione dei nostri rapporti, l'unica cosa che non voglio più tra noi è il rapporto di coppia!" Come l'unica cosa? Ma che dice questo signore? Con chi pensa di parlare? Mi sembra di essere in un quadro di Dalì, uno di quelli con gli orologi che si squagliano, la realtà dov'è finita? non eravamo nel 2008? perché questo signore parla come un fricchettone anni 70? eravamo piccoli noi negli anni settanta (mai come la sua nuova fidanzata che proprio non c'era, ma queste sono malignità da donna abbandonata...) ma dove le ha sentite 'ste frasi? da dove gli arriva un'idea del genere?

Poi mi ricordo. La nostra storia era nata come un film di woody allen, sempre un po' surreale, con incursioni nell'assurdo, era quello che amavo di più in fondo, mi metteva di buon umore. Anche la fine è aderente all'inizio. Siamo stati bene, tanto, e ci siamo fatti del bene. Ora però mi allontano, in silenzio, e augurandoci buona fortuna continuo a vivere.

sabato 24 maggio 2008

stasera non avevamo niente da fare: l'inizio



dopo cena cosa c'è di meglio che imparare a fare un blog?

ANTEFATTO 1
Mi avevano chiesto di occuparmi di un blog professionale, in fondo mastico tecnologia internet da prima che si chiamasse internet e imparo a "smaneggiare" un software nuovo ogni anno... dunque chi meglio di te? dice, adulandomi, l'amica-capissima del settore. Be' ma io non ho praticamente mai neanche letto un blog, adesso da che parte comincio?

ANTEFATTO 2
Da un po' di mesi ho preso l'abitudine di vedermi con un amico di vecchissima data, a ore strane, senza pianificare, creiamo happening felicitanti con il palese intento di curare i nostri cuori infranti. L'amico in questione è anche un blogger, tra i mille "talenti" che ha c'è pure questo. Così dopo aver cercato lavelli da cucina su internet, filmati prodotti e girati da amici e parenti su youtube, mangiato gelato e melone, ho la malaugurata idea di parlargli della proposta di cui all'antefatto 1. La sua risposta è: "bene allora tra un'ora saprai fare un blog" e apre blogger.com...
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