domenica 13 febbraio 2011

Nuovi virgulti di questo tempo

Di solito ho un rapporto difficile con gli adolescenti. Per me è stata un'epoca orribile della vita, buia, senza gioia e impregnata di personale stupidità. Ciò dovrebbe spingermi ad essere estremamente comprensiva e accogliente con i medesimi, ma confesso un senso di fatica disperante ogni volta che devo interagire con più di un paio di ragazzini alla volta. Più che fatica, ecco, be', insomma li strangolerei. Quando vado in palestra, ad esempio, in contemporanea ai corsi che seguo io, c'è un corso di danza, con un'insegnante brava e molto simpatica, ma popolato da ragazzine tra i 12 ed i 16 anni. Ragazzine della periferia romana, nutrite a pane e televisione sin dalla più tenera età, chiassose, invadenti e decisamente insopportabili. La cosa più intelligente che gli  si sente dire è "te sto a fregà na gomma... mica t'encazzi vero?" (traduzione: sto prendendo una gomma da masticare dalla tua borsa, la cosa non ti disturba vero?). Tutti i discorsi, quando va davvero bene e non parlano di televisione, sono conditi di "quella stronza de' italiano, oggi me s'è 'ncazzata perché ho scritto che con la k... ma se po' sentì" o "quella stronza di matematica... m'ha 'mbruttito oh, solo che stavo a dì na cosa all'amica mia! ma scialla no?!"  o 10 minuti su quanto è bono quello e se sia il caso "de facce quarcosa". Va be' lo so che poi passa e molte di loro diventeranno luminari di questo o quello, lo so, ma a me viene l'orticaria e le strozzerei.
Sono però consapevole che non tutte le adolescenti sono deficienti, anzi ce ne sono di meravigliose che tra un scialla e a-ma'-nun-rompè hanno molto più che ormoni in tempesta tra le orecchie. Guardo mia nipote quindicenne e vedo una meraviglia, vedo una ragazza in gamba, intelligente e pure bella. Penso però di essere di parte, quindi questo esempio non vale. Ma veniamo al punto. 
Oggi sono andata brevemente alla manifestazione in piazza del Popolo, non sono nemmeno riuscita ad entrare in piazza tanta era la gente presente,  dalle monache alla ragazzette con percing e ormoni in tempesta. Mi sono  guardata un po' intorno e dopo poco ho ripreso la metropolitana e sono tornata a casa. Uscendo dalla metro mi trovo accanto a due ragazzine, carine entrambe, una delle due decisamente bella. Abbigliamento rigorosamente etnico, collanine a sfare, ciocche colorate. Le due fanciulle erano tampinate da due giovanetti intraprendenti, con fare un po', come dire, coatto. Ascolto lo scambio di battute in corso. Uno dei due, il più intraprendente, si rivolge alla bellissima e le chiede dove va a scuola, lei risponde con il nome di un prestigiosissimo liceo classico romano. Il ragazzo sgrana gli occhi e:
"ammazza oh! e come t'a cavi?"
Lei: "bene, molto bene, mi piace molto studiare"
Lui ride: "ma scusa a una bona come te che cazzo je serve de studià? ce poi diventà deputato!"
Lei, tranquillissima: " certo, m'a cavo pe' 'n po' d'anni poi quanno so vecchia che faccio? vado a dì alla gente me dovete mantenè perché so stata na gran figa? ma sai le pernacchie che me fanno!"

L'avrei abbracciata.




domenica 6 febbraio 2011

Correva l'anno 1995....

Oggi non avevo nulla da fare, poca concentrazione, nessun neurone orientato allo scrivere. Così mi sono messa a ravanare su youtube e ho trovato un vecchio spettacolo di Benigni. A me piace Benigni, tanto, mi fa ridere da sempre e spesso sono molto d'accordo con le cose che dice. Ho guardato il pezzo di spettacolo che è diviso in 3 filmati, ve li metto qui sotto. Alla fine dei tre brani, ho avuto però una sensazione abbastanza sgradevole:  mi sembrava di essere ancora nel 1995. Ditemi se sono io o se è proprio che, in certi ambiti, il tempo si è praticamente fermato.