Ogni persona che incontriamo porta qualcosa. Non oggetti, ma possibilità. I contatti con altri umani, sopratutto se non superficiali, ci permettono di imparare qualcosa su noi stessi, ci aiutano, volontariamente o meno, a crescere, ad evolvere. Ogni persona che entra nella nostra vita parla a qualcosa che è in noi. Ogni incontro, e per incontro non intendo il signore a cui chiedo di passarmi lo zucchero al bar o la signora che mi chiede dove sia una strada, ogni incontro, dicevo, riflette qualcosa che è in noi, così come noi siamo specchio per qualche elemento dell'altro, c'è scambio di informazioni e di cose sottili che passano e non hanno un nome. Queste sono le più preziose. Piccoli elementi di un puzzle da un miliardo di pezzi, bit d'informazione olistica quasi, spunti, che, anche inconsapevolmente colti, ci accrescono ogni giorno un po' perché nutrono una nostra parte.
Noi siamo, dopotutto, una moltitudine. Non siamo uno/a, siamo esseri compositi; una piccola folla di parti, di personaggi e personalità assortite, abita in ognuno. Ogni parte ha un suo nome e una sua voce, un ruolo, un compito e uno scopo specifico e quasi mai noto a livello razionale. Da me, ad esempio, c'è un guerriero sempre teso, una bambina che danza e salta, una saggia creatura che si aggira parlando a sé stessa, e molti/e altri sempre impegnati a farsi notare. Una pletora di creature che cercano un accordo, un riconoscimento in vita di loro stesse e dei loro scopi, cercano una possibilità di dialogo armonico spesso negata dal loro stesso eccessivo vociare. Ognuna apprende, ognuna viene toccata da qualcuno. E volendo, accetta la lezione corrente. Ognuna ha qualcosa da dare. Ognuna va alimentata, curata, fatta crescere. A livello consapevole non ho la minima idea di cosa vogliano, so solo che devono volere qualcosa di buono, anche se agiscono maldestramente. Prima o poi bisognerà trovare il modo di far capire al guerriero che la tensione non è forza, anzi è debolezza. Alla bambina che danzare e saltare è cosa che si può fare anche da adulti, così magari si deciderà a crescere. O alla saggia creatura dire che, se parlasse con gli altri non farebbe danno, al contrario, smetterebbero di prenderla per matta. Con queste abbiamo trovato spunti recenti, ci lavoriamo, impariamo e prima o poi ce la faremo. Altre parti hanno già appreso da incontri fatti, dai molti splendidi esseri umani che ho incontrati. Splendidi anche quando proprio non si sentono tali. Tutti hanno nutrito a modo loro questa moltitudine. Che in coro (finalmente) ringrazia.
C'è però, qui da me, sopra a tutte, avvolgente come il guscio di un uovo, una parte, più potente, più enigmatica e consapevole di tutte le altre, una sorta di grande madre. Questa siede, riflette nella confusione, accoglie tutti, respinge tutti, protegge e attacca. Insomma contiene tutto e il contrario di tutto. A volte si allontana, a volte cerca quiete. Cerca le risorse per pacificare in armonia la vociante moltitudine. E' lei che cerca la sintesi. Lei sa come si ascolta il suono di una sola mano. Peccato che non voglia dirmelo....
Noi siamo, dopotutto, una moltitudine. Non siamo uno/a, siamo esseri compositi; una piccola folla di parti, di personaggi e personalità assortite, abita in ognuno. Ogni parte ha un suo nome e una sua voce, un ruolo, un compito e uno scopo specifico e quasi mai noto a livello razionale. Da me, ad esempio, c'è un guerriero sempre teso, una bambina che danza e salta, una saggia creatura che si aggira parlando a sé stessa, e molti/e altri sempre impegnati a farsi notare. Una pletora di creature che cercano un accordo, un riconoscimento in vita di loro stesse e dei loro scopi, cercano una possibilità di dialogo armonico spesso negata dal loro stesso eccessivo vociare. Ognuna apprende, ognuna viene toccata da qualcuno. E volendo, accetta la lezione corrente. Ognuna ha qualcosa da dare. Ognuna va alimentata, curata, fatta crescere. A livello consapevole non ho la minima idea di cosa vogliano, so solo che devono volere qualcosa di buono, anche se agiscono maldestramente. Prima o poi bisognerà trovare il modo di far capire al guerriero che la tensione non è forza, anzi è debolezza. Alla bambina che danzare e saltare è cosa che si può fare anche da adulti, così magari si deciderà a crescere. O alla saggia creatura dire che, se parlasse con gli altri non farebbe danno, al contrario, smetterebbero di prenderla per matta. Con queste abbiamo trovato spunti recenti, ci lavoriamo, impariamo e prima o poi ce la faremo. Altre parti hanno già appreso da incontri fatti, dai molti splendidi esseri umani che ho incontrati. Splendidi anche quando proprio non si sentono tali. Tutti hanno nutrito a modo loro questa moltitudine. Che in coro (finalmente) ringrazia.
C'è però, qui da me, sopra a tutte, avvolgente come il guscio di un uovo, una parte, più potente, più enigmatica e consapevole di tutte le altre, una sorta di grande madre. Questa siede, riflette nella confusione, accoglie tutti, respinge tutti, protegge e attacca. Insomma contiene tutto e il contrario di tutto. A volte si allontana, a volte cerca quiete. Cerca le risorse per pacificare in armonia la vociante moltitudine. E' lei che cerca la sintesi. Lei sa come si ascolta il suono di una sola mano. Peccato che non voglia dirmelo....
pulisco la lente
degli occhiali - anche dalla parte
dell'occhio cieco
(haiku di Hino Sõjõ)
degli occhiali - anche dalla parte
dell'occhio cieco
(haiku di Hino Sõjõ)