L'insonnia da jet lag e caciara esistenziale imperversa. Dunque rieccomi a produrre esorcismi, pseudo-racconti e quant'altro di inutile con le parole si possa fare per decorare un blog blu come la notte, un blog in cui, pure se fosse giorno, mica ci si vedrebbe un granché.
Quest'anno invece di essere in giro, il giorno del compleanno sono tornata a Roma. Sono scesa dall'aereo proprio quel giorno lì. Si sa che i compleanni sono spesso giornatacce, sopratutto in periodi di transizione, in fasi della vita in cui nulla di rassicurante è presente e ancor meno probabile. Questo compleanno è stato un qualcosa di non facile da descrivere. Da un lato la stanchezza di 20 ore di viaggio che, accoppiata al senso di preoccupazione che associavo ai giorni che dovevano arrivare, mi dava un senso di sfinimento cosmico che si è esplicato in molte lacrime e innumerevoli lavatrici. Dall'altra la bellezza, la tenerezza dei gesti di chi mi ha accolto. La famiglia farlocchissima al gran completo e quei pochi amici che ho a Roma, mi hanno fatto una festa serale, in terrazza, con i nipoti che imperversavano, una partita mundial (che non ho visto), cibo buono e molto affetto. Io completamente intronata che dicevo cose sceme, cercavo di non pensare a cosa mi aspettava e mi aggrappavo a speranze varie.
Poi sono arrivati i giorni successivi.
Non sto a dar dettagli, diciamo che mi sento come se fossi seduta in una casa completamente vuota, è rimasto solo uno scatolone con le poche cose che mi appartengono davvero. Sono pochissime, sono solo le cose fondamentali. Siedo su quello scatolone e guardo fuori da una finestra. Là ci sono i progetti che avevo, sono andati a fondo con il Titanic di cui parlai una volta. C'è poi qualcuno, che mi è molto caro, e che mi ha accolto con un muro di terribile silenzio ostile, un silenzio come un pugno in faccia, un pugno al centro dell'anima, inatteso e senza spiegazioni, un silenzio che nega.
Posso solo dirmi che da tutto questo vuoto, dal dolore, dallo stupore che provo mentre mi guardo intorno, da tutto questo non potrà che nascere qualcosa di straordinario, qualcosa che non posso neppure immaginare, perché davvero non è rimasto più nulla di quel futuro che avevo immaginato.
Quest'anno invece di essere in giro, il giorno del compleanno sono tornata a Roma. Sono scesa dall'aereo proprio quel giorno lì. Si sa che i compleanni sono spesso giornatacce, sopratutto in periodi di transizione, in fasi della vita in cui nulla di rassicurante è presente e ancor meno probabile. Questo compleanno è stato un qualcosa di non facile da descrivere. Da un lato la stanchezza di 20 ore di viaggio che, accoppiata al senso di preoccupazione che associavo ai giorni che dovevano arrivare, mi dava un senso di sfinimento cosmico che si è esplicato in molte lacrime e innumerevoli lavatrici. Dall'altra la bellezza, la tenerezza dei gesti di chi mi ha accolto. La famiglia farlocchissima al gran completo e quei pochi amici che ho a Roma, mi hanno fatto una festa serale, in terrazza, con i nipoti che imperversavano, una partita mundial (che non ho visto), cibo buono e molto affetto. Io completamente intronata che dicevo cose sceme, cercavo di non pensare a cosa mi aspettava e mi aggrappavo a speranze varie.
Poi sono arrivati i giorni successivi.
Non sto a dar dettagli, diciamo che mi sento come se fossi seduta in una casa completamente vuota, è rimasto solo uno scatolone con le poche cose che mi appartengono davvero. Sono pochissime, sono solo le cose fondamentali. Siedo su quello scatolone e guardo fuori da una finestra. Là ci sono i progetti che avevo, sono andati a fondo con il Titanic di cui parlai una volta. C'è poi qualcuno, che mi è molto caro, e che mi ha accolto con un muro di terribile silenzio ostile, un silenzio come un pugno in faccia, un pugno al centro dell'anima, inatteso e senza spiegazioni, un silenzio che nega.
Posso solo dirmi che da tutto questo vuoto, dal dolore, dallo stupore che provo mentre mi guardo intorno, da tutto questo non potrà che nascere qualcosa di straordinario, qualcosa che non posso neppure immaginare, perché davvero non è rimasto più nulla di quel futuro che avevo immaginato.
8 commenti:
Buon Compleanno
Farly:-)
Stavolta non so cosa dire, cara metà chimera...mi ha preso un groppo alla gola, leggendoti, ma sul finale il tuo moto di speranza incrollabile mi ha fatto riemergere in superficie come dopo una lunga apnea tirata ed affannosa, quando ritorni a prendere fiato a tutti polmoni e ritrovi la forza di mandare affanculo tutto per ricominciare :-)
Abbracci forti e affettuosi, verranno tempi migliori...
@Paolo: grazie degli auguri
@gilly: dicono gli astrologi che ora comincia un periodo migliore ... e direi che ci voglio credere molto molto seriamente :-D
sì, ci sono proprio momenti in cui ci si domanda: "hei, sfiga, ma perchè non guardi 5 min. da un'altra parte?".
ora ti mando una e.mail con un esercizio (FANTASTICO!) di pnl che si chiama "brillante al quadrato".
vedrai che con questo la distrai...
un bacio
a.
@a: fico! un auto-trasferimento di risorse, ma sai che ho fatto una roba del genere senza manco saperlo... :-) grazie cara, come sempre
è per questo che deve passa', perchè tu sei una che sa inventare soluzioni!
a
Per evitare la sfiga bisogna mostrarsi con gli altri più incazzati di quel che si è. Intendo dire: bisogna davvero essere incazzati con il mondo, a livello 6, e mostrare di essere incazzati a livello 8. Così tutti i parassiti succhiasangue rovina-vita spezza-cuore rompi-palle stanno lontani e non possono nuocere. Insomma l'incazzatura è l'Autan della sfiga.
:)
Auguri! Sempre all'erta.
@lorenzo: la rabbia non ha mai risolto nulla se fine a se stessa, mostrarsi incazzati con gli altri è aggressività e serve solo a far chiudere i canali di comunicazione del mondo nei tuoi confronti. quindi sono in totale disaccordo con quello che dici, anche solo come battuta. la lucidità e il raziocinio sono le uniche armi contro la sfiga o presunta tale.
a volte nella vita facciamo delle scommesse, puntiamo alto o anche basso, ma sbagliamo cavallo e allora perdiamo. quella non è sfiga è solo un segnale della vita che ti esorta a scegliere meglio il prossimo o i prossimi cavalli su cui scommettere.
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