lunedì 26 luglio 2010

A volte si torna a malincuore...

Ci sono quei periodi in cui prendi tante di quelle sberle che ti senti un pugile suonato, tra uno sganassone e l'altro fai fatica a capire perché dovresti stare ancora in piedi e quali siano le motivazioni che dovrebbero spingerti ad alzarti la mattina. Poi, come per miracolo, la vita ti ricorda perché sei ancora qui e perché non ti sei ancora tirata sotto a un treno. Sbuca un qualcosa, un'esperienza, un incontro o magari solo un cielo più blu del solito, che ti fanno allargare l'anima, respirare a fondo e pensare: va bene si può andare avanti. Ti ritrovi magari seduta in caffé con due amici, ma non un caffé qualunque, stai lì, vicino alla moschea Sulaimaniya di Istanbul a fumare tabacco alla mela e bere tè, mentre il muezzin chiama alla preghiera. Stai lì, in un altro mondo, in un'altra vita e tutto va bene.

Ma andiamo con ordine.

Ho la gran fortuna di fare cose che interessano ad altri, così ogni tanto mi viene chiesto di andarle ad insegnare qua e là, o magari di collaborare a questo o quel progetto in cui sono coinvolte persone di mezzo mondo. Qualche mese fa, un amico che lavora nella cooperazione mi cerca e mi chiede di partecipare come docente ad un progetto con la Turchia, si tratta di tenere un corso di una settimana sulle cose che faccio io, il posto è dimenticato da dio e da buona parte degli uomini, ma poi magari "ti fermi a Istanbul un paio di giorni". Accetto, convinco una delle mie migliori amiche a venire con me, preparo il materiale per le lezioni, mi faccio prendere dal panico perché farò lezione in inglese con un'interprete che traduce in turco... poi non ci penso più che sono troppo occupata a prendere sberle.

Così arriva il 18 luglio e mi ritrovo con una valigia all'aeroporto di Fiumicino a prendere una serie di aerei fino a Trabzon sul Mar Nero. Viaggio demenziale, albergo peggio, con affaccio autostrada e frequentato da signore che fanno un mestiere antico, anche meritorio volendo, ma certamente rumoroso. Salvata dai tappi per le orecchie mi avvio a far da docente ad un gruppetto di signori turchi, la maggior parte sopra i 40 anni, molto motivati e molto ignoranti. La cosa in sé pare terrificante eppure si rivela essere un'esperienza fantastica! Non la faccio lunga, dico solo che oltre ad essere tutti gentilissimi e simpatici, si sono impegnati come nessuno mai e alla fine io ho imparato 3 parole di turco ma loro una vagonata di roba tecnica da far paura.

E poi il fascino del vivere una realtà completamente diversa e non da turisti. Il fascino di un paese davvero multietnico, con mille contrasti e dotato di una vitalità enorme, con una gran voglia di uscire dal cantuccio in cui si trova, senza però perdere l'anima strada facendo. Tutto questo in un buco di città fuori dalle rotte turistiche. 
Poi prendi un altro aereo e fai quei 1350 km che ti separano da Istanbul e cadi in un sogno. Ti perdi tra 15milioni di persone che risiedono in quell'area, fiumi umani compositi, che scorrono riempiendo ogni angolo di un posto che è così bello che mi è piaciuto come mi piace Roma. Cammini per 12 ore visitando luoghi storici e perdendoti per le strade, entri nel bazar e finisci nella bottega di un genio del vestire, un signore gentile che visto che tu e la tua amica non potete permettervi le sue meravigliose creazioni, ve le fa provare tutte, anzi si mette lì e vi veste come dice lui, trasformando te e l'amica da stanche turiste in principesse orientali. Annusi l'aria, la gente, nutri l'anima di una valanga di impressioni che per digerirle ti ci vorrà un mese. Dal vento che percorre incessantemente le strade di Istanbul, alle chiacchiere a gesti con i vicini di tavolo al caffé, tutto sembra fatto per dirti: ricordati che c'è sempre una ragione per sorridere la mattina, anche se a volte sembra improbabile.

8 commenti:

LorenZo ha detto...

Così mi piaci Farlocca! :-) :-) :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

e mica te posso fa sempre contento :-D :-D :-D

Gillipixel ha detto...

Bellissima questa esperienza medioFarlyorientale :-) già a leggere si gusta la gioia di ciò che hai vissuto...i momenti belli nascono sempre da circostanze improbabili, che magari sottovalutiamo :-) forse, la felicità non è mai da progettare, ma solamente da accogliere quando si presenta :-)
La mezza chimera tua ringrazia e si gusta di riflesso serenità e nuove energie immesse nella bifrontale entità :-)
Bacini di bentornata :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

caro gilly, è proprio così, la felicità si acchiappa come si può e quando si può :-) baci ottomani

LorenZo ha detto...

Non l'ho capita, neanche in chiave ironica. Please explain :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

lorenzo, ora ti decripto il romanesco: quando uno ti dice che così gli vai bene, a roma, spesso, si dice, mica ti posso fare sempre contento, riferendosi alle volte in cui "non vai bene" :-D e quindi cadeva a fagiolo ... mi spiegai o sta volta fui io a non capire? ;-)

LorenZo ha detto...

Tutto chiaro. Ho un regalo per te - l'ho visto recentemente dal vivo ad un metro dal pianoforte :-)
Due mani che volano.
http://www.deezer.com/listen-1238347
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http://www.youtube.com/watch?v=d8Vw5r7-vgs
Per approfondire: http://bit.ly/bsyJaP

Ciao :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

Grazie lorenzo, davvero bello!