Leggevo le divagazioni del mio amico gillipixel, come spesso accade con la mia mezza chimera, ero anche io lì che me la tiravo sul divagamento inutile. Lui scriveva di bianco e nero ed io anche elucubravo sul medesimo tema. Per chi conosce questo blog da tempo c'è stata un'epoca in cui ho giocato con un amico fotografo a costruire post con le sue immagini (cfr etichetta "foto di sandro") e le mie parole, le foto erano tutte rigorosamente in bianco e nero. Spesso rielaboro immagini, scatti miei o roba dalla rete, eliminando il colore, se non è bianco e nero, è bianco e blu, così solo per essere in tinta con il blog. Ma da dove viene questa passione a basso contenuto cromatico? In fondo a me i colori piacciono, nella vita sono spesso vestita in modo molto colorato, anche se vesto di nero, aggiungo una nota di colore, e allora da dove viene questa passionaccia acromatica?
L'ispirazione illuminante arriva da un passo di un libro che sto leggendo, Dalla città nervosa di Enrique Vila-Matas, un libro fatto di frammenti, in uno di essi si parla di cinema e letteratura, di immagini raccontate e immagini proiettate, cito "Se in un libro si dice che in una stanza c'è una sedia, quella sedia sarà vista dai diversi lettori in modi diversissimi. Un principe, ad esempio, immaginerà una sedia stile Luigi XIV, mentre un mendicante penserà che si tratti una sedia vecchia e sgangherata. Invece se in un film compare una sedia, questa non potrà essere altro che quella che vedono tutti quanti". Mentre leggevo mi si è formata nella testa un'immagine, una stanza vuota con una sedia, certo una sedia ben precisa, ma senza colore, una sedia in bianco e nero. Ecco se proietto questa sedia, ho pensato, non c'è solo quella sedia, c'è la sua forma e poi ci sono tutte le sedie di quella forma colorate come vuole chi guarda. Se prendo una foto in bianco e nero vedo delle forme precise, certo non ne posso inventare altre, ma posso colorarle come voglio. Il vincolo visivo è solo parziale, l'immagine, anche se vincolata nella forma è libera nel colore, insomma il bianco e nero, l'immagine acromatica, è un po' come un brano letterario, lascia libera buona parte dell'immaginazione. Ecco perché levo il colore da tante foto, così voi che le vedete ci mettete quello che vi pare pure se vi costa fatica....
4 commenti:
Cara Farly, a volte la nostra chimera mi fa un po' impressione :-) Adesso, se ci mettiamo pure a pensare a mezzo emisfero ciascuno, la cosa si fa preoccupante :-) ehehehhehe....
A parte le facete considerazioni, la tua interessantissima variante sul tema del bianco e nero mi ha ricordato un vecchio brano che scrissi tempo fa, nel quale affrontavo suggestioni simili a quelle da te evocate...scusandomi se mi autocito, agevolo di seguito il link:
http://andarperpensieri.blogspot.com/2008/08/facciamo-finta-che.html
Bacini chimerici :-)
eh sì mio caro, a volte facciamo un po' impressione :-D ma questo è il bello in fondo dell'essere chimera.
Ora mi rileggo la tua auto-citazione che è più che bene accetta
bacini impressionati
uhmmmmmm...ci devo pensare bene.....mi hai fatto pensare a Manhattan......
già manhattan è un bell'esempio di libertà dello spettatore :-)
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