martedì 16 settembre 2008

Il tramezzino


Immagine da qui

Qualche tempo fa mi è stata data una bella rappresentazione dei concetti di partecipazione e coinvolgimento.

"Hai presente il tramezzino uova e salame, o quello uova e wurstel?"
"Sì, certo, buoni..."
"Bene all'evento tramezzino la gallina partecipa, il maiale è coinvolto."

La differenza ad alcuni sembra poco evidente, altri la afferrano al volo, tutti però arrivano a capire che è una differenza essenziale. La gallina resta, può continuare a produrre uova, ad alimentare il mondo, il maiale, per quanto non se ne butti via nulla, ha finito di nutrire. Per altri la lettura è più autoreferenziale, la vedono in chiave di autoconservazione e non di "fornitura di servizio". Io la vedo in entrambe le chiavi.
Come già detto l'accudimento di qualcuno in necessità è parte rilevante della mia vita, in questo contesto, l'essere la gallina e non il maiale diventa fondamentale. Sia in termini di autoconservazione che in termini di fornitura di servizio.
Esistono però altri contesti nei quali l'essere gallina o maiale è piuttosto rilevante. La prima cosa che viene in mente, sopratutto a chi ha fatto parte del club dei cuori infranti (per inciso ho stracciato la tessera anch'io) sono le relazioni di coppia. Chi mi proponeva la metafora si vuole porre come gallina dato che anche lui ha fatto la parte del maiale almeno una volta in vita sua (io quasi sempre, se no non sarei farlocca).
Ma è davvero possibile partecipare e non coinvolgersi in una relazione affettiva?
Qui bisogna fermarsi un attimo e definire un po' meglio cosa siano partecipazione e coinvolgimento. Parlando con alcuni amici, in questo contesto, la prima assume un connotato negativo, un rimanere freddi e distaccati e quindi un essere fuori dalla relazione, mentre il secondo è visto in modo molto positivo e sostanzialmente necessario all'esistenza stessa della coppia. Per qualcun'altro la partecipazione è caratterizzata dal rimanere in controllo, non perdersi ma essere colui o colei che guida.
Secondo me abbiamo torto tutti.
Innanzitutto il controllo è una mera illusione e il distacco non esclude automaticamente l'amore. Troppo spesso viviamo le relazioni di coppia come un nostro sogno nel quale l'altro deve partecipare e deve farlo secondo le nostre modalità. Quando poi l'altro, di cui ci eravamo sostanzialmente dimenticati, si ribella, la cosa ci distrugge perchè distrugge il nostro sogno. Inoltre, se ci pensiamo un momento, ci coinvolgiamo, nel senso di diventare maiali, quando ci affidiamo affettivamente come un bambino si affida ai genitori: senza strumenti e senza lucidità. Se però abbiamo superato i 30 (e qui lo abbiamo fatto da un pezzo), all'ennesima scarpata in faccia, magari guardando il set di spazzole che è stato fatto con le nostre setole, forse dobbiamo cominciare ad accettare che ogni cosa ha un inizio, una durata e una fine. Se riusciamo ad immergerci in questo andare della vita naturale, siamo delle ottime galline, produciamo bellissime uova con grande soddisfazione nostra e di chi le mangia.

6 commenti:

abbecedario ha detto...

Il concetto di joint venture spiegato a galline e maiali per produrre in serie uova al bacon. Le galline entusiaste, i maiali prplessi, nonostante le ottoime prospettive di mercato. In realtà unmodo come un altro di eliminare la pancetta, no?

Anonimo ha detto...

L'amore somiglia molto alla roulette. Russa o no dipende dai casi. In ogni caso quello che e' vero e' che se punti poco, vinci poco. Partecipare e' andarci piano. Essere coinvolti e' mettere tutto sul piatto e incrociare le dita: se va bene, va veramente bene. Altrimenti altro che scarpata in faccia! Sara' stato l'ennesimo destro a pugno chiuso! Se andasse sempre bene non staremmo qui a parlarne e ogni riunione del club dei cuori infranti andrebbe deserta. Ma ogni tanto capita che le cose funzionino; vale la pena sperarci e puntare forte per non scoprire poi dopo di essere passato vicino alla grande vincita e non averla saputa vincere.

farlocca farlocchissima ha detto...

Non so quanti anni ha abbecedario ma so quanti ne ha il fisico, so molto bene quanti ne ho io. se ha 30 anni avessi accettato che la pancetta alza il colesterolo e che il grande amore dura (se ti dice bene) 3 mesi, a quest'ora avrei una famiglia mia sana e molte meno ossa rotta... il punto è che si può amare enormemente senza necessariamente cercare di vivere la storia di cenerentola o via col vento, cercando magari con lucidità di chiedersi ogni volta "cosa voglio io?" e "cosa vuole quest'altro/a?" ... "siamo in due o sto andando da sola/o?"...

Rosa ha detto...

Bel post, mi hai fatto venire in mente che ci avevo scritto pure io intorno a questa cosa del coinvolgersi...
http://rosalucsemblog.blogspot.com/2007/05/ma-sto-amore-esiste-o-no.html

Anonimo ha detto...

"a me, 'sta storia del tramezzino è piaciuta da morire!" disse il maiale...
io cerco di ricordarmi che quando arriva il tempo della muta, ci lasciarscerò la pelle, indipendentemente da ciò che decido di fare o non fare.
eppure non è mai la fine
a.

farlocca farlocchissima ha detto...

@rosa
ebbene sì lo avevo letto il tuo post... concordo molto ed è maleficamente complicato avere a che fare con i sentimenti. è una specie di chiudi-la-porta-apri-la-porta continuo, il tutto cercando di ricordarsi che la storia del principe azzurro che ti hanno venduto da piccola è, appunto, solo una favola... pure sbagliata!
@A
mi piace l'idea della muta. ogni storia porta una nuova pelle, un'evoluzione... mi piace mi piace... comunque chicken run forever!!!