lunedì 12 gennaio 2009

Estetica della malinconia


C'è della bellezza nella malinconia, ce n'è nel dolore. La stessa bellezza che trovi in certe giornate nuvolose e nebbiose in cui il mondo si nasconde, la realtà è avvolta in una cortina grigia e morbida, assume colori indistinti. Ti continui a muovere, a dedicarti alle tue attività, se puoi scegli le più allegre che, attraverso la loro essenza, diradano a tratti la nube. Crei una tela bianca sulla quale la tristezza dipinge, anzi, schizza a carboncino i contorni di ciò che vedi. Sfuma i contorni usando come spatola qualche lacrima, poche però, se no si cancella tutto. Se la malinconia è poi generata dal ricordo di cose belle, quegli schizzi diventano poetici, romantici e vale la pena guardarli, conservarli da qualche parte nella memoria per non perdere il senso di ciò che li ha generati. La bellezza che vedi la conosci, è quella delle cose che sai finiranno, che passano e lasciano sapori e odori diversi dal solito nei ricordi. Sai che come la nebbia, ad un certo punto del giorno, anche la tristezza andrà via. Sai anche che ogni momento di dolore, di tristezza, di malinconia, se lo vuoi, porta con sé una possibilità di apprendimento, di crescita a volte molto intensa. Certi dolori ci vorranno anni per metabolizzarli del tutto, altri, molto più leggeri, meno basati su radici antiche, vanno via rapidamente, sopratutto se nessuno ha infierito, se il destino benevolo, li ha causati con gentilezza, quasi con affetto, sopratutto con rispetto della tua e altrui anima. Tutti però portano messaggi e insegnamenti, estremamente preziosi. Se non avessi mai sofferto in vita mia, probabilmente, non sarei neppure mai stata davvero felice.
A pensarci bene, se trovi bellezza nella tristezza, nella malinconia e persino nel dolore, sei in una condizione nella quale "non ti ammazza più niente", sei sostanzialmente inattaccabile. Non che tu non soffra o non stia più male, no questo no, ma è cambiata la qualità del tuo sentire. Non hai più paura.
E allora quando non ti fa più paura neanche il dolore, quando la malinconia ha una sua bellezza, sai che sei vivo/a, sai che se oggi piangi, ieri hai riso e domani non importa.

per ogni istante estatico
dobbiamo pagare un'angoscia in netta e tremante
proporzione all'estasi.

per ciascuna ora amata
crudeli spiccioli d'anni -
centesimi amaramente contesi -
e forzieri colmi di lacrime!
(Emily Dickinson)*

*citando A.: dedicata a chi, con coraggio, si innamora

6 commenti:

Gillipixel ha detto...

molto bello, Farly...non mi sentirei di dire una virgola in più, per non turbare l'equilibrio della bellezza di ciò che hai scritto...è come un'architettura perfetta, questo scrittino...
dico solo che il dolore è una brutta cosa, ma è verissimo ciò che dici, se lo sai assecondare, ponendoti di fronte ad esso come al cospetto di una cosa grande, di un mistero supremo che merita rispetto estremo, lo puoi volgere in esperienza fertile, in un limo dell'anima di cui senti i benefici quando le lacrime si sono stancate di uscire...così...un sorriso :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

d'altra parte o così o schiatti!! o ancora ti nascondi nella cuccia e non esci mai... è un po' scegliere tra l'essere gatti da casa o da strada/campi ... non so se mi spiego :-D

Gillipixel ha detto...

sì, sì...ti spieghi eccome, Farly :-)
"stropr" dice blogspot...in questo tempo di crisi, pensa quanto è lungimirante il nostro distributore verbale preferito: con parsimonia encomiabile, risparma parole condensando il famoso detto "il troppo stroppia" :-) suggerimento da usare alla prima occasione con necessità di essere succinti :-)

Anonimo ha detto...

trovare della bellezza nel dolore è un rischio molto facile da correre. Ma è un rischio, credo. Si rischia di correre un pendio scivoloso

farlocca farlocchissima ha detto...

@paperoga: mica tanto scivolso. dipende quanto tendi al depresso tu. c'è un compiacersi del dolore e della malinconia, ma quella è depressione. se invece ne vedi le possibilità, associate proprio al fatto che poi passa, quella è vitalità. la china scivolosa si presenta sempre quando pensi che una cosa, qualsiasi sia permanente, mentre invece, il bello della vita è che è sempre in movimento, le cose belle ci sono poi finsicono... come le tazze di the, prima o poi si scassano ;-)

Anonimo ha detto...

fottute tazze da the...