lunedì 19 gennaio 2009

Illusioni, ad esempio I




Guardo il gabbiano, è lì sulla riva del fiume, è solo non nel solito stormo. Osserva l'acqua scorrere, i rifiuti trasportati dalla corrente. Lo guardo e immagino i suoi pensieri, lo vedo come un novello gabbiano Jonathan Livingston, isolato cercatore di verità che, escluso dallo stormo, fissa l'acqua ponendosi infinite domande, trovando risposte profonde, per poi librarsi alto nel cielo in un volo perfetto.
Ma, il gabbiano in questione si gira, fa quattro passetti goffi e ficca la testa in un mucchio di spazzatura lì vicino ingozzandosi di lordure varie. Ogni poesia è andata, ogni bellezza struggente dissolta dal gesto terreno e un po' schifoso dell'animale. Che delusione! che faccio? gli tiro il collo?
Sento già il coro: "Nooo, povera bestia! che male ha fatto è solo un gabbiano..." in effetti, perché me la devo prendere con lui per non esser come IO ho pensato che fosse? Certo mi ha rovinato il mio bel momento poetico, ma lui che centra?
Nel post precedente a questo ho parlato della fine dell'amore, dell'illusione dell'innamoramento e di quanta rabbia scatena quando viene spezzata. Era un esempio. Tutte le nostre illusioni quando vengono spezzate dallo scontro con la realtà provocano frustrazione, qualche volta ci sentiamo cretini, qualche volta ci incazziamo, altre ridiamo. La mia soluzione preferita è ovviamente l'ultima, ma so bene che se l'illusione spezzata era di quelle per noi fondanti, non ci viene da ridere affatto. Una delle peggiori in tal senso è la fine di un'amicizia. E' quasi peggio di quando finisce un amore, perché stai male altrettanto ma non puoi piangere sulla spalla di nessuno. Non è un dolore contemplato e, di solito, ti vergogni a morte a parlarne. Sì perchè se un'amicizia finisce brutalmente (altrimenti non staresti male), molto spesso, quasi sempre direi, ti rendi conto improvvisamente di quante cose dell'altro/a ti sei rifiutato di vedere, e magari non le hai volute vedere per metà della tua vita. Stai lì, cominci a scoprire le volte che quello/a ha sparso immondizia su di te senza nemmeno te ne accorgessi, vedi di colpo che certi avvisi, dati da altri, non erano maldicenze o opinioni fondate sul nulla mentre tu ti dicevi "ma no io lo/la conosco bene non è come dice tizio/a", vedi la persona davvero per la prima volta, e sì ti parte la frustrazione, ma sopratutto, ti senti un'idiota. Gli amici ce li scegliamo, non ce li da la natura come i fratelli (e su questo c'è chi la pensa diversamente), non possiamo neppure ufficialmente invocare la cecità da innamoramento. Non è prevista. E allora piano piano ci sale come un dolore al centro del petto, una cosa terribile, nera e rossa, che divora tutto il nostro raziocinio, un'ira tale che, se dovessimo incontrare l'examico/a, scateneremmo una violenza tipo dalla Cina con furore che Bruce Lee sembrerebbe nessuno al nostro confronto. Ce ne andiamo in giro così, con questa cosa dentro che non può essere neanche raccontata per pura vergogna ed autocensura.

Poi un giorno guardiamo un gabbiano, uno stupido gabbiano che sta lì e fa solo il gabbiano, a dispetto del ruolo mirabile che gli abbiamo appena, poeticamente, cucito addosso. E ci arriva un pensiero: "ma con chi sono così incazzata?" e l'orrida vocina interna risponde: "con te medesima farloccuccia mia, con te medesima".

Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima,
il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare
una esequie al passato.

(Alda Merini, da "La Terra Santa")*

*dedicata a coloro che hanno un passato da chiudere

7 commenti:

Gillipixel ha detto...

Forse a volte possiamo vedere di buon occhio anche lo "sfatamento" della poesia, una dimensione esaltante ma che può essere capace di assorbire tante, troppe, delle nostre energie vitali, e tornare a sapere senza eccessivi stupori che il gabbiano non è poi così poetico e nobile, però è dotato della sua umanità (nel suo caso gabbianità) che lo fa rovistare nell'immondizia ma lo riporta alla simpatia di una farlocchità esistenziale che ci rassicura :-)
Pures mi dice blogspot, un passato di patate della tradizione gastronomica iberica :-)
Ciao Farly :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

tutte le illusioni che cadono sono salutari... il fatto è che quando cadono di solito ti cadono su un piedi e fanno male, magari zoppichi anche per un po'.... poi ti accorgi che hai imparato a camminare meglio :-)

Gillipixel ha detto...

sono d'accordo, Farly...una volta passata l'unghia nera causata al ditone dalla botta illusoria, si riparte più spediti :-) aggiungerei un'altra dimensione di saggezza raggiungibile: saper giostrare e trastullarsi fra le illusioni nella consapevolezza che sono tali, e sottraendo dunque loro le potenzialità tristizzanti :-) ma questa è roba da grandi saggi...io non ci sono ancora arrivato, s'intende :-)

Anonimo ha detto...

Illusioni e allusioni.Un giochino di vocale e
mi è venuta in mente la sinestesia, termine medico che indica la confusione tra due sensazioni d'ordine differente: colore et odore...
"On désespère
alors qu'on espère toujours" (Molière).
O allora "tutto quello che brilla non è oro...no ancora meglio "la terre est bleu comme une orange...aspetta questo è anche meglio e va bene pure per l'altro tuo sull'"amore e l'incazzatura":
"c'est parce que la lumiere va plus vite que le son que certains individus ont l'air brillants avant d'avoir l'air con!"Qui illusione e allusione...sono in perfetta armonia.Personalmente j'hadore!
trad(è perchè la luce è più veloce del suono che certi individui hanno un aspetto brillante prima di mostrare l'aspetto coglione). Anche gli orologi fermi hanno l'ora esatta due volte al giorno!
La realtà è sempre un'illusione...questa volta c'hai capito qualcosa?
Mj

farlocca farlocchissima ha detto...

@marijeu: fantastica la storia del suono e della luce! il guaio è che a volte ascolti per una mezza vita con le orecchie foderate di prosciutto, magari del buon pata negra ma sempre sordo/a sei :-)

Anonimo ha detto...

ok ma col beneficio del dubbio. Magari ci sentiamo benissimo, invece pensiamo che siamo sordi/e mentre l'altro bisbiglia...

Anonimo ha detto...

@farlocca: mi hai provocato un'impennata dell'autostima. mi convinco i legami covalenti ripagano dell'attesa ;-) love u!

@marijeu: chapeau!!!

a.