Per me l'inverno è sempre stato la neve. Eppure ne vedo poca dalle mie parti, a Roma una nevicata che sia una nevicata non si vede da più di vent'anni. Nel mio immaginario però, l'inverno è bianco, silenzio, freddo. Luoghi comuni, certamente, ma anche ricordi di un tempo lontanissimo in cui ero una bambina che viveva nella periferia di Boston (USA) e che uscendo da casa, certe mattine, trovava un muro bianco e soffice più alto di lei. Un tempo in cui la bambina in questione guardava gli scoiattoli in giardino e pensava fossero folletti, un tempo di favole ben raccontate la sera prima di andare a dormire da una mamma che c'era sempre. Un tempo di sicurezza e di eventi unici, come l'arrivo di una sorella. E così via percorrendo quell'amarcord infantile che è cosa speciale proprio perché riguarda un tempo ormai lontanissimo.
Al presente l'inverno vero è spesso grigio, stancante, comunque freddo; pieno di doveri, di attività, di luoghi chiusi e di interminabili giornate piovose. La mancanza di luce deprime e i pensieri sull'oggi e il domani trascinano via. E' una stagione di ripensamento, in cui si cerca spesso di far quadrare il bilancio di una vita non sempre ben spesa. Poi, a volte, una sosta. L'inverno si accende, si colora di bianco, si veste di abiti inusuali che teneva nascosti ad una manciata di chilometri. Allora la macchina del tempo mi riporta ai folletti della neve, al bianco assoluto, al calore interno che è sempre lì, tenuto in vita dagli amici, dalla bellezza dei luoghi e dall'amore per la vita che, anche oggi, come ieri, mi ha fatto un regalo.
Al presente l'inverno vero è spesso grigio, stancante, comunque freddo; pieno di doveri, di attività, di luoghi chiusi e di interminabili giornate piovose. La mancanza di luce deprime e i pensieri sull'oggi e il domani trascinano via. E' una stagione di ripensamento, in cui si cerca spesso di far quadrare il bilancio di una vita non sempre ben spesa. Poi, a volte, una sosta. L'inverno si accende, si colora di bianco, si veste di abiti inusuali che teneva nascosti ad una manciata di chilometri. Allora la macchina del tempo mi riporta ai folletti della neve, al bianco assoluto, al calore interno che è sempre lì, tenuto in vita dagli amici, dalla bellezza dei luoghi e dall'amore per la vita che, anche oggi, come ieri, mi ha fatto un regalo.
4 commenti:
Bello, Farly...la cosa più poetica e evocativa che sottolinei nel tuo dolcissimo scrittino è che la bellezza sta soprattutto dentro di noi e si tratta solo di esser capaci di "convincere" il mondo a rispecchiarsi in quella nostra piccola miniera interiore di preziosità...a volte non è facile, ma noi ci si prova sempre :-)
ah...si fa allora il blogghetto con paroline blospot?...disturbo se mando una mail per accordarci?
non disturbi gilly anzi, solo che oggi sarò poco davanti al computer, però stasra o dmattina conto di scrivere anche a rose :-)
D'accordo, grazie Farly...dai che mettiamo su una bella banda di svitati di gran classe :-)
hai evocato tutto il mio amore per l'inverno nevoso... un impatto violento con la mia incapacità di salire in macchina per fare qualche km e raggiungere il mio "senso dell'inverno". che è anche il tuo, capisco.
mettiamo in agenda una gita in quel bianco, tanto freddo da far sentire il calore dell'essenza?
ti bacio
a.
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