venerdì 3 luglio 2009

Ritorno: e voilà...


Rientrare non è facile quando stai davvero bene. Parti con la sensazione che il grigio domini ciò che ti aspetta dall'altra parte. Certi silenzi, che in fondo ti aspettavi, ti mettono tristezza, altri rumori invece, che ben si fanno udire ogni giorno, ti mettono addosso un desiderio di fuga senza fine. Così sali sull'aereo, ti siedi e pure se sei piccola hai le ginocchia in bocca, becchi il posto sull'ala, con spazio ridotto. Quello davanti sbraca il sedile subito dopo il decollo e tu crepi lì chiedendoti se qualcuno conta di usare un apriscatole per tirarti fuori. Per fortuna hai sonno e conti sui vigili del fuoco a Roma male che vada. Dormi, e meno male. All'arrivo, con l'aiuto di anni di yoga e palestra, ti disincagli. Ti alzi, ti prendi quelle due o tre valige in testa tanto per sapere che sei arrivata. Passi il controllo passaporti in un balzo e stai quell'oretta ad aspettare i bagagli. Esci e sei nel sahara... però puoi fumare e la vita già assume un altro aspetto. Passi da serial killer potenziale a gentile signora intronata. Il miglioramento è evidente. Finita la sigaretta cominci a trascinare il cubo che ti sei portata verso il treno per Termini. Il cubo ha 4 ruote e, o sei tu che sei sostanzialmente disabile oppure loro che hanno un'anima perversa e hanno deciso di procedere ciascuna in una direzione diversa. Sei una signora e quindi smadonni sottovoce, compitamente, mentre sudi come un maiale sotto lo zaino del computer e lo zainetto-borsa che ti porti dietro neanche fosse la coperta di linus. Treno. Issi il cubo. Ti siedi e dai indicazioni ad un'orda di turisti confusi e in preda al jet lag almeno quanto te. Il signore li assista che non so cosa loro hanno capito, né tantomeno quel che ho detto. Termini. Trascini il cubo fino a casa sull'asfalto rovente. Apri la porta e sorridi. Il genius loci di casa mia mi fa sempre una carezzina quando arrivo, è un tesoro e ci amiamo molto. Disfi la valigia, più o meno. Sopratutto ti dai alle lavatrici che stai per ripartire di corsa per lavoro. Niente cose esotiche, si va a Bologna.
Sopravvivi alla giornata e all'uragano annesso. Telefonate varie, tutti carini e felici del tuo rientro. Poi dormi, poi vai a lavorare, poi c'è la zia da accudire che prima ti abbraccia felice poi ti chiama per mandarti a vaffanculo. Poi sei nel traffico e un altro, sconosciuto, ti manda a vaffanculo. E tu sei una signora e ce lo rimandi, ma sempre compitamente. Poi certi silenzi finiscono e per i rumori di fondo puoi sempre non rispondere, poi sorridi perché stai solo due giorni e poi scappi di nuovo.

9 commenti:

pino ha detto...

welcome back!...

Gillipixel ha detto...

tutto ciò è normale che succeda...ad essere dei super-frullatorini farlocchi :-)
bentornata, Farly!!! :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

grazie mie cari :-) felice che qualcuno non mi ci mandi oggi ....

Anonimo ha detto...

quanto cavolo hai dormito in aereo, tu che nel tuo letto soffri di insonnia???
:D
a

farlocca farlocchissima ha detto...

eeehh eeeh cara a. ho dormito per metà del tempo, ho guardato un film e letto un po'... ma di muoversi non se ne parlava :D

grazie del welcom back!!!

Unknown ha detto...

a volte si torna nella terra promessa, a volte na tera e basta. La guardi, poi guardi la valigia e per stare più sereni non la disfi.

farlocca farlocchissima ha detto...

@jonak: saggissime parole anzi ... ora che torno a roma mi tengo la valigia piccola pronta ;)

NikkoHell ha detto...

ah beh io ormai sull'aereo mi addormento prima di arrivarci.
orami trovo comodi anche i bus che ti portano dal gate all'aereo. I rimbalzi sull'asfalto mi dondolano e mi cantano la ninna nanna.
la parola sotto da scrivere è mungSTR. probabilmente gli insulti evolveranno dal semplice vaffa.

farlocca farlocchissima ha detto...

salve nikkohell mi piace molto il tuo avatar, mi si addice :-)