Nel corso della mia vita mi è stato detto più volte che "vivo in un altro mondo", che "non guardo per terra", anzi che ho "il naso per aria". A volte mi è stato detto con un sorriso, altre come un'accusa. Diciamo che, sopratutto in certi ambienti nei quali è un valore guardare il mondo stando raso terra, la seconda opzione è stata la più frequente. Nell'adolescenza, in particolare, la mia modalità un po' astratta, ricca di ipotesi, spesso immaginifica, di interpretare il reale mi ha causato non pochi guai. Se c'è una cosa che gli adolescenti non sopportano è l'incertezza, già ne hanno a vagonate di loro, figuriamoci se apprezzano una che arriva e gli ci mette altri dubbi, crea ipotesi e parla di storie alternative, appoggiando il tutto sul vivere quotidiano che fa abbastanza paura di suo. Così mi sono ritrovata a fare la giovane disadattata, l'elemento anomalo che mai si inseriva del tutto nei branchi di adolescenti e che, se si inseriva, veniva espulso rapidamente. Crescendo però le cose sono migliorate. Intanto perché ho cominciato a conoscere altri disadattati come me e a scoprire che sono molto divertenti e affettuosi, poi perché ho cercato di indagare cosa effettivamente volessero dire quando mi dicevano che "non stavo a questo mondo".
Da un lato è vero che qualche problemino con il reale lo avevo. Il mondo intorno mi faceva schifo, erano tutti molto aggressivi e incazzati, mi davano della deficiente ogni 3 minuti oppure non si accorgevano proprio che io fossi lì (eppure ero bella evidente, specialmente nella fase capelli dritti in testa). Così me ne andavo in mondi alternativi, immaginavo il come-poteva-essere e mi sentivo meglio. Invitavo spesso gli amici a seguirmi, con scarso successo nella maggior parte dei casi. Ad un certo momento ho capito che questo modo di agire non era proficuo, sopratutto perché, alla fine, si concretizzava con il dare anche un po' di numeri, Ho guardato come stava la zia (cliccare qui per alcuni esempi) e mi sono data da fare. Ho chiesto aiuto a destra e a manca (per la verità mi manca solo una gita a Lourdes per chiedere il miracolo, poi ho fatto quasi tutto) e alla fine me la sono cavata. Però quella vena di pensiero "anomalo" che avevo mi è rimasta. Qualche volta la sfogo qui sopra, quotidianamente mi esce anche se, forse, non dovrebbe. E quindi inviti alla diplomazia, a tenere i piedi a terra e a non "aumentare la confusione con strani ragionamenti". La mia modalità, sostanzialmente, consiste nel guardare gli accadimenti ricordando che esistono le storie alternative, spostando lo sguardo dal punto di vista raso terra che mediamente vedo utilizzare. In effetti tendo ad alzare gli occhi verso l'alto, verso ciò che poteva essere e non è stato. Cerco una prospettiva che non si limiti al solo rettangolo di terra su cui poggio i piedi, ma che includa anche altro: il contesto e il possibile. Secondo me non sto con gli occhi al cielo, anzi, ma do questa impressione di astrazione solo perché il mio modo di porre le cose include (o cerca di includere) l'incertezza che è insita nella realtà. Il mio parlare contiene spesso frasi tipo "ma no, non prendertela, potrebbe anche essere peggio..." con successiva sceneggiatura del come-poteva-andare-peggio,"permettimi di fare un'ipotesi..." spostando, magari, l'attenzione del mio interlocutore dalla sua personalissima incazzatura e ipotizzando un tracciato alternativo. Insomma gioco un po' sul paradosso. Il risultato è spesso un ragionamento apparentemente dadaista, surreale, altre volte è molto saggio ed azzeccato, permette a tutti i presenti di spostare l'attenzione dal fattarello che sta creando un conflitto, altre ancora è solamente comico. Per fortuna.
Da un lato è vero che qualche problemino con il reale lo avevo. Il mondo intorno mi faceva schifo, erano tutti molto aggressivi e incazzati, mi davano della deficiente ogni 3 minuti oppure non si accorgevano proprio che io fossi lì (eppure ero bella evidente, specialmente nella fase capelli dritti in testa). Così me ne andavo in mondi alternativi, immaginavo il come-poteva-essere e mi sentivo meglio. Invitavo spesso gli amici a seguirmi, con scarso successo nella maggior parte dei casi. Ad un certo momento ho capito che questo modo di agire non era proficuo, sopratutto perché, alla fine, si concretizzava con il dare anche un po' di numeri, Ho guardato come stava la zia (cliccare qui per alcuni esempi) e mi sono data da fare. Ho chiesto aiuto a destra e a manca (per la verità mi manca solo una gita a Lourdes per chiedere il miracolo, poi ho fatto quasi tutto) e alla fine me la sono cavata. Però quella vena di pensiero "anomalo" che avevo mi è rimasta. Qualche volta la sfogo qui sopra, quotidianamente mi esce anche se, forse, non dovrebbe. E quindi inviti alla diplomazia, a tenere i piedi a terra e a non "aumentare la confusione con strani ragionamenti". La mia modalità, sostanzialmente, consiste nel guardare gli accadimenti ricordando che esistono le storie alternative, spostando lo sguardo dal punto di vista raso terra che mediamente vedo utilizzare. In effetti tendo ad alzare gli occhi verso l'alto, verso ciò che poteva essere e non è stato. Cerco una prospettiva che non si limiti al solo rettangolo di terra su cui poggio i piedi, ma che includa anche altro: il contesto e il possibile. Secondo me non sto con gli occhi al cielo, anzi, ma do questa impressione di astrazione solo perché il mio modo di porre le cose include (o cerca di includere) l'incertezza che è insita nella realtà. Il mio parlare contiene spesso frasi tipo "ma no, non prendertela, potrebbe anche essere peggio..." con successiva sceneggiatura del come-poteva-andare-peggio,"permettimi di fare un'ipotesi..." spostando, magari, l'attenzione del mio interlocutore dalla sua personalissima incazzatura e ipotizzando un tracciato alternativo. Insomma gioco un po' sul paradosso. Il risultato è spesso un ragionamento apparentemente dadaista, surreale, altre volte è molto saggio ed azzeccato, permette a tutti i presenti di spostare l'attenzione dal fattarello che sta creando un conflitto, altre ancora è solamente comico. Per fortuna.
23 commenti:
Ma che bello questo scritto, Farly! :-)
mi ci sono ritrovato, in tante cose...
non è male stare col naso all'insù...si respira pure aria migliore e i neuroni ne beneficiano :-)
Certo che poi questa cosa la sua dose di sofferenza se la porta dietro, è indubbio, ma è col passare del tempo, quando vedi il quadro di te stesso con più distacco, che ti accorgi che non è così male :-)
Brava, l'ho letto molto volentieri
:-)
sempre lieta della sua attenzione dottor-gatteschi-gillipixel :-) comunque a stare con il naso all'insù bisogna poi vedere su cosa si mettono i piedi ......
ehehehehe :-) ah, dimenticavo, Farly: bellissima anche la foto, esattamente pertinente ai temi trattati :-)
e naturalmente, perfetta la citazione MelBrooksiana :-)
sempre in argomento, mi viene in mente una piccola metafora...è vero che a guardare in su si rischia di pestare un'innominata
:-) ...ma a parte che dicono che porti fortuna :-) c'è da aggiungere che con l'esperienza si può abituarsi ad allenare la coda dell'occhio, di modo che la coda la si mette a fare il lavoro prosaico là in basso, mentre il bello che sta su, se lo gusta la pancia dell'occhio :-)
questo è un concetto che giocando a basket sono riuscito a capire meglio: lì la coda dell'occhio è fondamentale, perchè devi controllare mille cose intorno, mentre palleggi, o ti prepari al tiro, ecc.
ecco, niente, ho fatto un po' casino, ma era questo :-)
in effetti il cambio di prospettiva di cui parlo è un po' questo che dici tu: un guardare in alto percependo anche ciò che è intorno. allargare la percezione quando si guardano gli eventi :-) ecco io però a basket non ci posso giocare, sono troppo tappa....
per il basket i tappi sono fondamentali come per un buon vino :-)
...hanno spesso il compito di costruire l'azione e rubano il pallone agli altoni, perchè dominano meglio le basse quote :-) vedi l'esempio di Maxi Bogues, giocatore NBA di qualche anno fa: 1.60 di altezza e riusciva a schiacciare :-)
Scusate se disturbo il Vostro interessante e stuzzichevole parlottio,ma non guardate troppo per aria, nè colla coda nè con la pancia, perchè è evidente che Vi Stimate e Vi Volete Bene
(fatemi fare la parte dell'impiccione, e se mi mandate a quel paese Pazienza...)
Orsù dateve na mossa ... e
mandatemi l'invito a nozze.
Ciao a Farly e a Gillipixel
@paolo: eeeh sapessi... :-D comunque a scanso equivoci, io dove sta gilly a vivere non ci vado che poi mi rompo, lui in città ci crepa, diciamo che ci sono elementi forti contro le nozze :-D
@gilly: diciamo allora che per il basket sono solo troppo vecchia ...
@->Farly & Paolo: però è un vero peccato, avevo già in mente un modello strepitoso di bomboniere in pelouche simil-pelliccia gatto, che quando tiri il fiocchetto per far uscire i confetti, fanno le fusa :-D
spettacolari le bomboniere!!! scusa brevetta l'idea... secondo me andrebbero a ruba...
ehehehhe, grazie del consiglio Farly, ci faccio un pensiero :-) tu cosa dici per il nome? Le brevetto come "fusoliere"? :-D
io chiederei all'oracolo, vedi che dice...
Eccheme qua!!
E che problema c'è,
incontrateVi a mezza strada,
un pò qua e un pò la ...
Farly per quello che scrivi sei Felina, da cui l'interesse di gillipixel ...
Amico se devi brevettare l'idea delle Bomboniere,chiamale "Farly solo Farly nientraltro che Farly"
Ho reso l'idea ...
in bocca a lupo ad entrambi, e Voglio sempre l'invito.
dice antorti :-) dev'essere quello il nome :-)
...riguardavo la foto, Farly, e scusa se son ripetitivo, ma è veramente eccezionale :-)
@paolo: ma mo ti ci metti pure tu a cercarmi marito?!!! leggi qua che mi combinano http://eradinotte.blogspot.com/2009/02/punti-di-vista.html
sono lusingata della proposta di brevetto delle bomboniere a mio nome, anche se io mi sono rivelata refrattaria alle nozze :-)
@gilly: eeeh questa di foto m'ha proprio dato soddisfazione
Non metto il becco nell'idillio, ma prometto di essere presente alle nozze. :-)
per quanto riguarda il video, mi hai fatto venire in mente uno dei dialoghi piu' fantastici della storia del cinema comico che sicuramente riconoscerai:
"Aigor"
" Sii' padrone"
"Quel cervello che mi hai portato. Era di Hans Delbruck"
"No"
"Ah"
"E ti dispiacerebbe dirmi di chi era il cervello che gli ho messo dentro?"
'Non si arrabbiera' eh?"
" No. Io. Non. Mi. Arrabbiero'"
" AB...qualcosa"
"AB che?"
"AB..norme, si', son quasi sicuro che era quello il nome"
"Vorresti dire che io ho messo un cervello abnorme in un energumeno lungo due metri e venti e largo come un armadio a due ante?"
ciao
@yossarian: frankestein junior lo so quasi tutto a memoria! quel pezzo è meraviglioso e ancora ci rido sopra come una scema anche se l'ho visto un milione di volte. Ma scusa e il cervello fresco di giornata con marti feldman che ci mette la capoccia? e i cavalli che nitriscon quando compare frau come-si-chiama-che-non-lo-so-scrivere?
"...E che problema c'è,
incontrateVi a mezza strada,
un pò qua e un pò la ..."
Non ci avevo pensato...Farly, che ne dici della mia tenuta nel Chianti? :-) Ti avviso però che quest'anno la produzione del vigneto sulla pendice nord-ovest della collina sarà meno abbondante...può andare lo stesso? :-)
@->Yoss: hai la tua bomboniera in pelouche simil-pelliccia gatto già prenotata :-D
uuhhhh
Manco per qualche giorno e mi son persa il fidanzamento dell'anno!!!
@gilly: uhmm ora ci faccio un pensierino, consulto l'agenda e vedo cosa posso fare... ma solo se mi garantisci una intera dependance solo per me
@Maffy: inserisco un breve istante di realtà in questo trip innescato da Paolo: bastasse un blog per trovarne uno di fidanzato saremmo tutte sistemate... ;-)
"bastasse un blog per trovarne uno di fidanzato saremmo tutte sistemate..."
Non solo. Non basta nemmeno a perderlo se già ce l'hai.
Damn it.
XD
mah! a me non sembri per niente astratta. V
@V.: ma tu volendo puoi essere più astratto di me ;-)
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