Una delle caratteristiche del mio amore per la matematica è che è sempre presente ed immanente. Non lo mostro, non vado in giro facendone bandiera, anzi, di solito lo nascondo con un certo pudore. Ma qui sono sul mio blog e allora, passa un giorno, ne passano due, tiè è passato un anno intero, e allora posso pure osare. Spudoratamente lo dichiaro e ne racconto anche gli aspetti più intimi.
Come ho già detto un paio di post fa dalla formalizzazione matematica ho spesso tratto immagini, paralleli, storie intere. Oggi vi parlo di un oggetto abbastanza particolare: il Processo markoviano. Questo oggetto è un modo di rappresentare delle sequenze di eventi che cambiano stato con una modalità particolare, la probabilità di transizione che determina il passaggio da uno stato di sistema ad un altro dipende unicamente dallo stato di sistema immediatamente precedente e non dal come si è giunti a tale stato. In sostanza è un oggetto che non si ricorda mai da dove è partito per arrivare dove sta, ha una memoria a breve termine e basta. Lo trovo bellissimo. Intanto perché mi fa pensare a me e alla mia amica a. quando andiamo in giro senza meta. Sopratutto mi evoca me e lei quando, camminando qua e là, ci immergiamo in qualche tema e pontifichiamo in libero brain storming. Arriviamo ad una qualche conclusione che ci appare, in quel momento, brillantissima. Quasi immancabilmente, dopo l'attimo di felice illuminazione, ci guardiamo e sorge spontanea una domanda: "ma come siamo arrivate a questo punto?" e nessuna delle due sa rispondere. Analoga conversazione-situazione si verifica a volte quando andiamo in giro in macchina arrivando in luoghi sconosciuti.
In secondo luogo: provate a immaginare come sarebbe la vostra vita se non vi ricordaste delle esperienze accumulate, se foste in grado di ricordare solo ciò che è accaduto, diciamo, il giorno prima (prendiamo come un'unità temporale le 24 ore), se la vostra memoria funzionasse come un processo di Markov. Pensate a quel giorno terribile in cui la vostra amata o il vostro amato vi piantò per quello (o quella) bello e figo (o bella e figa) che stava nella scuola di fronte (o nella classe accanto), pensate ai mesi di lacrime e tormento che vi hanno convinto che non vale la pena innamorarsi totalmente (cosa che si fa solo a 15 anni e dintorni). Pensate se, dopo tre giorni, non vi foste manco più ricordati che c'era qualcosa su cui piangere, se il dolore fosse scomparso del tutto e voi, come l'innocente matto dei tarocchi, vi foste semplicemente rimessi in moto e innamorati di qualcun altro con analogo trasporto. Mica male no? Su di un'idea simile hanno anche costruito un film molto carino che in inglese si chiamava Eternal Sunshine of the Spotless Mind.
Certo ci sarebbe qualche inconveniente. Ad esempio, vado in vacanza una settimana da sola. Torno a Roma. Devo leggere sulla carta d'identità dove abito e se non l'ho rifatta dopo l'ultimo cambio di residenza rischio di dormire in albergo. Devo sperare di essermi scritta da qualche parte dove lavoro e che lavoro faccio nonché avere una serie di appunti sul come farlo. Poi vado a lavorare e nessuno si ricorda di me, devo ripresentarmi a tutti, ricostruire da zero tutte le relazioni (questa non è male dopotutto). Che diamine sono stata via un'intera settimana!! O peggio ancora, da piccola mi mandano in colonia, non ci si telefona con mamma e babbo per qualche giorno. Alla fine della vacanza io non so più quali sono i miei genitori e loro non si ricordano neanche di avere una figlia... ecco questo può accadere anche senza la struttura markoviana della memoria, ma quella è un'altra storia.
Come ho già detto un paio di post fa dalla formalizzazione matematica ho spesso tratto immagini, paralleli, storie intere. Oggi vi parlo di un oggetto abbastanza particolare: il Processo markoviano. Questo oggetto è un modo di rappresentare delle sequenze di eventi che cambiano stato con una modalità particolare, la probabilità di transizione che determina il passaggio da uno stato di sistema ad un altro dipende unicamente dallo stato di sistema immediatamente precedente e non dal come si è giunti a tale stato. In sostanza è un oggetto che non si ricorda mai da dove è partito per arrivare dove sta, ha una memoria a breve termine e basta. Lo trovo bellissimo. Intanto perché mi fa pensare a me e alla mia amica a. quando andiamo in giro senza meta. Sopratutto mi evoca me e lei quando, camminando qua e là, ci immergiamo in qualche tema e pontifichiamo in libero brain storming. Arriviamo ad una qualche conclusione che ci appare, in quel momento, brillantissima. Quasi immancabilmente, dopo l'attimo di felice illuminazione, ci guardiamo e sorge spontanea una domanda: "ma come siamo arrivate a questo punto?" e nessuna delle due sa rispondere. Analoga conversazione-situazione si verifica a volte quando andiamo in giro in macchina arrivando in luoghi sconosciuti.
In secondo luogo: provate a immaginare come sarebbe la vostra vita se non vi ricordaste delle esperienze accumulate, se foste in grado di ricordare solo ciò che è accaduto, diciamo, il giorno prima (prendiamo come un'unità temporale le 24 ore), se la vostra memoria funzionasse come un processo di Markov. Pensate a quel giorno terribile in cui la vostra amata o il vostro amato vi piantò per quello (o quella) bello e figo (o bella e figa) che stava nella scuola di fronte (o nella classe accanto), pensate ai mesi di lacrime e tormento che vi hanno convinto che non vale la pena innamorarsi totalmente (cosa che si fa solo a 15 anni e dintorni). Pensate se, dopo tre giorni, non vi foste manco più ricordati che c'era qualcosa su cui piangere, se il dolore fosse scomparso del tutto e voi, come l'innocente matto dei tarocchi, vi foste semplicemente rimessi in moto e innamorati di qualcun altro con analogo trasporto. Mica male no? Su di un'idea simile hanno anche costruito un film molto carino che in inglese si chiamava Eternal Sunshine of the Spotless Mind.
Certo ci sarebbe qualche inconveniente. Ad esempio, vado in vacanza una settimana da sola. Torno a Roma. Devo leggere sulla carta d'identità dove abito e se non l'ho rifatta dopo l'ultimo cambio di residenza rischio di dormire in albergo. Devo sperare di essermi scritta da qualche parte dove lavoro e che lavoro faccio nonché avere una serie di appunti sul come farlo. Poi vado a lavorare e nessuno si ricorda di me, devo ripresentarmi a tutti, ricostruire da zero tutte le relazioni (questa non è male dopotutto). Che diamine sono stata via un'intera settimana!! O peggio ancora, da piccola mi mandano in colonia, non ci si telefona con mamma e babbo per qualche giorno. Alla fine della vacanza io non so più quali sono i miei genitori e loro non si ricordano neanche di avere una figlia... ecco questo può accadere anche senza la struttura markoviana della memoria, ma quella è un'altra storia.
12 commenti:
ehehehehe...bellissimo, Farly...
non tenerla nascosta e pudorata la tua passione matematica :-) condividila invece, perchè mi sono ormai accorto che è grande fonte contagiosa di gioia :-)
affascinantissima la sequenza di Markov...a ben vedere si applica a molte più circostanze della vita di quante non si creda...
Bello!!! :-)
caro gilly in fondo la matematica è solo una lingua, è difficile perché è molto precisa, ma è un linguaggio e quindi attraverso di lei possiamo raccontare un sacco di cose :-)
molto vero, Farly...io non lo so parlare tantissimo, in effetti...ma le volte che mi son ritrovato a riuscire a pronunciare una qualche sillaba, ho sempre apprezzato il linguaggio matematico come uno dei più affascinanti...mi sbilancio e dico che non ha nulla da invidiare alla filosofia o all'arte, per certe sue sfumature...ma toccare quei livelli è molto arduo... molto :-)
be' sono d'accordo, ma in fondo basta studiarsela ;-) in realtà bisogna appassionarcisi un po' come con lo studio di qualunque lingua
bello! io ho appena usato i frattali per flammare con un pirla su it.politica.internazionale! :-)
Comunque anche mi ha ricordato anche Groundhog day (il giorno della marmotta). In realtà il meccanismo è invertito: il personaggio rivive ogni mattino la stessa giornata: è il mondo a non accorgersi dell'inceppo: lui ricorda benissimo. (se non l'hai visto, affitta un DVD, è un film delizioso)
eh, lo so, Farly...ma è 'na parola :-) se non c'hai il pallino, puoi studiare ed impegnarti, ma ti rendi conto che arrivato a certi livelli la fatica diventa immane anche per fare solamente pochi cm. in più...mentre i talentuosi ti sfrecciano a fianco macinando km....che non è bello :-)
in ogni caso, mulpingu dice l'oracolo, e lui ha sempre ragione :-)
@rose: belli pure i frattali, molto lisergici, ci penso spesso ma la poesia che emanano è più visiva che scribacchina :-) come li hai usati? ... il giorno della marmotta cerco di accattarmelo che mi sa che non lo vidi ...
@gilly: è vero occorre mulpingarsi a volte sopratutto se hai a che fare con il calcolo infinitesimale, quello mulpinga moltissimo
@Anonimo trolleggiante: sei fuori contesto e me ce manchi solo tu che sto incazzata come un'ape quindi stai alla larga e non rompere.
Hai ragione. Le catene Markoviane sono un oggetto bellissimo e assolutamente vertiginoso a guardarlo come fai tu, riflettendo su memoria e amnesia. Mi viene in mente Memento, un film meraviglioso che parla di un uomo senza memoria a breve termine, costretto a ricostruire i ricordi in base alle foto Polaroid che scatta in continuazione e annota con un pennarello.
Ultimamente, mi sta capitando di rivisitare fatti o ricordi in un'altra luce, con un'altra consapevolezza.
Cose che erano sotto il naso e che davo per scontate fino a qualche anno fa, ma poi...Ti capita di riconsiderare alcune cose ed altre per magiasi disvelano, come in un'equazione arrivi a dare un valore alle incognite ... e rimani senza fiato.
Ciao,
Y
Mi dispiace chiamarti Farlocca
@gmt: memento spero di vedermelo oggi in dvd che non lo avevo visto, il fratello me lo ha a) citato, b) mi ha cazziato che non lo avevo visto c) me lo ha dato così lo vedo. devo anche fare un suntino per far provare che l'ho visto :-D
@paolo: del rivisitare e rileggere e crescere sulla propria storia prima o poi scrivo. anche perché ha un effetto straordinario: cambia la luce intorno. sul farlocca ci son le sue ragioni... garantisco :-)
ero alle medie quando il mio primo ragazzo emozionantissimo mi ha lasciata.
sono rincasata, in lacrime inarrestabili, convinta che non mi sarei mai ripresa.
ho acceso la tv.
dopo 10 min. di happy days mi sono accorta che stavo ridendo.
non ho più avuto dubbi: io sarei sopravvissuta alla travolgente esperienza dell'amore.
secondo me, hai citato l'amica giusta ;-)
avere problemi di memoria ha alcuni straordinari vantaggi e non giurerei di non essermi mai esercitata per diventare così!
a.
eeeheee a. lo so lo so, viva robinson ;-)
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