martedì 27 ottobre 2009

Dell'elettronica e delle scienze esatte



F: Pronto C.? AAAARGH mi regali un corno rosso con gobbetto associato? forse anche un po' di acqua di lourdes...

C.:Che succede?

F.:Domenica ho lavorato tutto il giorno ma proprio tutto. Alle 18:45 mi chiama un'amica e mi dice "ma dovrai pur mangiare... vieni qui!"

Dico "sì va bene" chiudo il computer e mi dico be' il backup lo faccio dopo cena ed esco... torno presto, accendo la macchinuccia infernale e il video non funziona più ... morto stecchito

C.:non hai un altro video?

F.: Sì uno vecchio decrepito, ma pare defunta la scheda video dato che la bestiola non parla neanche con altri video

C.:Cazzo

F.:Esatto... ma la sfiga non viene mai da sola... infatti mentre biastimo tra me e me, l'ovvia litania di "ma porco qui porco lì di sopra e di sto!!" decido di consolarmi con un po' di cura a me stessa, ho una geniale idea: mi faccio la tinta ai capelli. Parte l'operazione e faccio la tinta.

Ho l'impiastro i testa e dopo il dovuto tempo comincio a sciacquare il tutto nella doccia. Dopo poco mi rendo conto che il livello della melma che stavo producendo, invece di decrescere cresce... è tappato lo scarico.

C.: (ridacchia)

F.:Smetto prima che la melma strabordi. Finisco di sciacquare nel lavandino con rinnovato turpiloquio e insieme di bestemmie (almeno 5 capocciate sulla mensolina dello specchio con crollo di prodotti cosmetici ovunque e melma ovunque)

C.: (suoni soffocati di ridacchiamento)

F.:Capelli sciacquati prendo l'idraulico liquido che stura un po'. Asciugo e vado a letto a mezzanotte. La mattina: mi fiondo in ufficio all'alba io e il tecnico (che è bravissimo) partiamo di contorsioni informatico-fisiche per vedere se é proprio morta la scheda video... è morta

C.: machecazzo

F.: Già l'ho pensato e non l'ho detto... sai com'è ero in ufficio... be' allora parto alla ricerca di un mac di qualcuno per attaccarci il mio come slave e copiare il disco.

C.: Già che con il mac è facile copiare da una macchina all'altra... e poi da te in ufficio ci sono vari possessori di mac no?

F.: Assolutamente sì, peccato che lunedì avevano tutti (chi a ragione e chi meno) un'ansia infinita...

C.: Ma scusa anche l'amico tuo quello che ti sta più simpatico...?

F.: Gli ho chiesto aiuto .... Ma per carità che sta in mezzo ai casini ... ho sbagliato io a chiederglielo. Comunque dalle 8 che ero lì riuscendo rocambolescamente anche a lavorare un po', la salvezza giunge alle 15:30 da uno che non me lo aspettavo proprio... mi ha fatto proprio piacere va!

C.: Ma poi?

F.: Be' nel frattempo ho telefonato a vari rivenditori, anche di PC e alla fine trovo un negozio di Mac che ha un'offerta e al volo, aiutata da tutta la truppa dell'amministrazione in preda a crisi di efficienza, accatto un altro computer che mi hanno dato oggi.

C.: Gran culo direi!

F.: In effetti sì.

C.: Ma scusa allora perché sei tornata alle 10 a casa ieri?

F.: E' che avendo copiato il copiabile su di un disco formattato mac volevo stampare una relazione su cui avevo lavorato buona parte di domenica e dovevo consegnare di corsa. Così mi attacco ad un PC dotato di software apposito per leggere dischi mac e prego per lavorare....

C.: ....

F.: Col cavolo!! non lo vede, guarda te la faccio breve .... in sostanza alle 9 di sera vado a casa di P. e dal suo mac copio la roba su un disco formattato NTFS....

C.: (ride)

F.:' Tacci tua nun ride che è na traggedia!!!

(ride ancora di più)

F.: Va be' sono andata a casa e ho sturato la doccia... Oggi ho recuperato il mac nuovo e fatto una sagra dell'installazione....

C.: Va be' sei salva....

F.: Insomma, in realtà sono un po' preoccupata, perché vedi quando ho collegato i due mac lo schermo del mio si è riacceso...

C.: Ma non ci credo.....!!!

F.: Sì sì giuro, oh lo avevamo attaccato a qualsiasi cosa per vedere se funzionava.... comunque me lo sono riportato a casa e lì non funzionava di nuovo. Chiamo mio cognato che è un informatico vero, mica come me, è di quelli che sanno di hardware e di software, e gli chiedo lumi... dice "Farlocca l'elettronica è magia..." allora io domani vado in assistenza e gli chiedo se devo usare aglio e peperoncino, ali di pipistrello, code di lucertola o acqua di lourdes per far funzionare 'sto di coso....

C.: Mi fai sapere che dicono?

F.: Promesso, ti chiamo appena lo so.

sabato 24 ottobre 2009

SIMPLY RED ♫EV'RY TIME WE SAY GOODBYE

L'ho sentita e mi sono ricordata chi l'amava molto questa canzone... chissà se, dove sta, ancora la canta con la sua voce da mezzo soprano.... Aveva una bella voce, era svagata come pochi, ma era una strana forza della natura, dirompente e devastante, a volte, altre ancora era l'accoglienza fatta persona. Sapeva essere anche ben stronza, certe volte. Ma c'era amore in tutto quello che faceva. Ecco era così.

martedì 20 ottobre 2009

Faticosamente procedere


E' un po' che corro dietro a me stessa. Non con la solita modalità del frullatore, piuttosto direi con quella del trattore. Pot pot, il motore gira senza interruzione, pot pot pot aro campi e trasporto concime. Salgo per valli e fossi, mi arrampico qui, mi trascino dietro qualcosa lì. Fondamentalmente lavoro come una bestia meccanica senza soste. Trovo questo meglio del frullatore, in fondo così, almeno, non mi sento in balia degli eventi. Non mi sento trascinata via, anzi mi sento di essere io, in parte, motore della corrente. In questi giorni la testa funziona bene, la luce della stanza dell'anima è più forte, ci si vede meglio. Le atmosfere interiori più quiete, sorrido di più e sopratutto, ho trovato un paio di intorcinamenti matematico-cerebrali che mi appassionano. Be' non intendo illustrarli in dettaglio che se no anche i miei 4-5 lettori abituali non tornano più, però vorrei dire che sono begli intorcinamenti e li preferisco a quelli del cuore-anima-budella che ultimamente mi davano abbastanza fastidio. Però non riesco a fare a meno di lasciar emergere la mia anima nerd e andare di poetica matematica.

Esistono funzioni matematiche che mi sono simpatiche, una è il logaritmo. Già vedo la perplessità sorgere al fondo dell'occhio di chi legge, da un lato c'è chi non si ricorda assolutamente cosa sia un logaritmo, dall'altro chi se lo ricorda è veramente perplesso, cosa ha mai 'sta funzione di bello? simpatico poi.... Un attimo che spiego. Quando cominci a studiare matematica un po' seriamente, ti raccontano prima di tutto le cose più semplici, le proprietà di base delle funzioni, non so, come cresce o decresce il loro valore, se si comportano "bene" secondo un insieme di regole e così via. La funzione log(x) si comporta abbastanza bene, è regolare, un tipo tranquillo, senza salti o grilli per la testa. E' una funzione crescente di x, il che vuol dire che cresce x e cresce pure il valore di log, solo che, ecco, il log(x) è una delle funzioni che crescono più lentamente tra quelle "regolari". Va piano, non si agita, non corre, ma costantemente, al crescere di x cresce, piano piano. Queste sue qualità di tranquillità e regolarità mi hanno sempre attratto. Nella mia testa poi si formano come sempre immagini e rappresentazioni umane dell'universo formale, in questo periodo cerco, immagino, una funzione che descriva me e il mio livello di equilibrio e saggezza al crescere di x=anni di età. Mi piacerebbe tanto che fosse almeno Farlocca(x)=log(x).

sabato 17 ottobre 2009

Domande


presa da qui

Stamattina, caffè alla mano, sfogliavo i giornali via web e mi sono imbattuta in questa segnalazione. L'idea è venuta ad un gruppo di "creativi" multimediali con studi a New York e San Francisco: andare in giro telecamera muniti e porre la stessa domanda a coloro che incontri filmando la risposta.

La domanda è semplice Dove ti vorresti svegliare domattina? Io ci ho pensato e magari poi ve lo dico pure....


lunedì 12 ottobre 2009

Roma, a volte


Certi giorni di ottobre a Roma, non hanno prezzo. La temperatura è perfetta, né troppo caldo, né troppo freddo, l'aria è tersa, appena pulita da uno scroscio di pioggia, la terra bagnata, i sanpietrini finalmente puliti. Sono anche arrivati degli amici da fuori, così puoi cogliere l'occasione per andare a vedere qualcosa che ancora non hai visto, perché a Roma c'è sempre qualcosa che non hai visto. La Villa dei Quintili ad esempio o il giardino pubblico di Villa Aldobrandini che ce l'hai sotto casa ma non ci sei mai passata. Il giorno scorre dolcemente nell'aria tiepida che non si raffredda nemmeno a sera. Cammini per le vie del centro, entri in un bar dove una ragazza cinese ti fa un caffè ottimo, visiti una mostra, vai a cena con quegli amici di passaggio. Ti nutri del calore della loro compagnia, dell'affetto che ti sembra normalmente merce rara mentre ti disperdi nei mille rivoli del quotidiano. Gli amici ripartono, lasciano dietro di sé una presenza dipinta con i colori delle risate e delle belle discussioni, lasciano qualcosa che, forse, ti nutrirà per tutta la settimana.
La sera di ottobre è ancora morbida, vale la pena proseguire; magari con un cinema che poi scivola tra i tavoli di un minuscolo caffè dove qualcuno, che stava lì solo per caso, comincia a suonare Beethoven al pianoforte. Passa un venditore ambulante e tra le note del Chiaro di Luna vuole venderti un ragno di metallo che ti massaggia la testa. Intanto al tavolo vicino due innamorati si guardano negli occhi da un'ora senza parlare. Tu stai lì, con la tua amica a parlare dei passaggi della vita che marcano anche il corpo e di teoria e pratica dei sistemi umani, così, ondeggiando da una storia all'altra.
Essere a Roma, a volte, è come sogno.

domenica 11 ottobre 2009

Animals Please Don't let me be Misunderstood.

Magari è solo l'influenza dell'altra mezza chimera che canta invece di scrivere... ma oggi c'è solo questo

mercoledì 7 ottobre 2009

L'acchiappa farfalle

Tra un notturno e l'altro dell'anima, tra un momento autunnale in cui le foglie cadono nell'anima e un attimo di luce radiante come solo l'ottobre romano sa dare, sorge una sensazione forte, una presa di coscienza impellente, un sentire con ogni fibra del proprio essere così intenso che quasi devasta. Mi sento cretina. Sì non solo farlocca, ma proprio cretina. Vi capita mai, mie cari 4 lettori, di agire, pensare, realizzare comportamenti in cui anni e anni di vita, esperienza, saggezza (e chi più ne ha ne metta), svaniscono come per incanto? Come se voi foste ancora una sorta di virgulti tra l'infanzia e l'adolescenza non ancora sbocciati? A me capita e quando capita, appena me ne accorgo, mi sento una perfetta deficiente. Mi dico "ma come sei lì che parli di frattali esistenziali, di coazioni a ripetere, di evoluzione e poi... ma cazzo, guardati!". Do la testa nel muro. Continuo "Ecco, subumana che non sei altro, che non lo sai che ci sono cose, persone e situazioni che ti destabilizzano? che in questi casi devi stare attenta a quel che fai? e smettila di fare il generatore frattale, porco qui e porco lì!!!!" Il turpiloquio nasce spontaneo. Gli insulti non finiscono qui, gli episodi da perfetta cretina inducono una severa critica, evocano una definizione di me che posso riassumere solo con il titolo del post: mi sento un'acchiappa farfalle. Una specie di futile, farlocchissimo, personaggio che insegue il proprio sentire con un retino, per altro a maglie troppo larghe, dal quale le farfalle scappano che è una bellezza.
Capisco che ora all'esiguo ma degno pubblico sorga spontanea una domanda: ma che cacchio hai fatto mai? Semplice, ho ri-perso le chiavi dello scooter.

sabato 3 ottobre 2009

Quel che resta


"E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure..." cantava De Gregori quando ero ragazzina. Questa frase continua a tornarmi in mente negli anni, ogni volta che volto una pagina, o che cerco di farlo, risuona, Rimmel diventa la colonna sonora, quasi il tormentone, delle mie fasi di transizione. Qualcosa rimane. Ho sacchi da immondizia condominale di quei qualcosa, un mare di coriandoli che descrive una vita. Alcuni leggeri come un soffione, altri pesanti come piombo.
Ogni tanto mi fermo, apro i cassetti della memoria e mi chiedo se vale la pena tenerli tutti quei ritagli-ricordi, se è mai possibile da quei frammenti costruire un quadro unico, una sintesi che descriva il tempo trascorso e quello che va. Come sintetizzare una vita che scorre? Non ha senso una media, tutto è troppo variabile, troppi picchi in alto e in basso, troppi salti in tutte le direzioni. Un disegno forse, magari di una traiettoria di un processo stocastico? oppure un algoritmo? Guardo meglio quel che ho tra le mani, quei frammenti, forse senza uno schema, non so come raccontarmeli. Somigliano ad una costa scogliosa, pieni di anfratti, rientranze, baie improvvise, dirupi e abissi, vette ripidissime e pozzi di buio.
Guardo e ancora guardo, lentamente, come per caso, comincio a vedere qualcosa. Esistono delle regolarità, delle similitudini impressionanti tra un frammento e l'altro. Esistono coazioni a ripetere, schemi sempre uguali, esistono tentativi di abbandono di questi schemi, magari li ho modificati un po' nella dimensione e nel colore. Eppure sempre internamente a quelli mi muovo, sempre la stessa forma, sempre lo stesso, in fondo noiosissimo, disegno. Guardo ancora e vedo che al centro c'è il mio inizio, poi un elemento alla volta, un frammento ogni giorno, nel tempo, negli anni, si delinea qualcosa di riconoscibile, ma non nel mondo ordinario, bisogna uscire fuori dalle geometrie usuali, fuori dal televisore-schermo di tutti i giorni (euclideo e bi-dimensionale). Di colpo, tutta quell'immondizia caotica prende una forma nella mia testa, finalmente è rappresentabile. Ora lo so, la mia vita è un frattale.


presa da qui