Le foto (tutte quelle che mi ha voluto mostrare) del mio amico Sandro B. mi evocano sempre qualcosa, qualcosa di poetico, di letterario. Un qualcosa, delle storie ad esempio, che io leggo (magari fraintendendo totalmente l’intenzione dell’autore) tra le luci e le ombre dei suoi scatti in bianco e nero.
Oggi ce l’ho con questa sua palla, con la geometria precisa della sfera che copre/svela l’angolo dell’edificio sullo sfondo, con tutto questo bianco travertino che sembra prendersi gioco di noi che lo guardiamo cercando di inserirlo in un contesto colorato usando la memoria.
Più guardo quella palla e più penso che da quel buco, nero nel bianco, tra un attimo, debba uscire la testa di un omino piccolo, molto piccolo che, comincerà a declamare:
Senza riguardo, senza pudore né pietà,
m'han fabbricato intorno erte, solide mura.
m'han fabbricato intorno erte, solide mura.
E ora mi dispero, inerte, qua.
Altro non penso: tutto mi rode questa dura sorte.
Avevo da fare tante cose là fuori.
Ma quando fabbricavano fui così assente!
Non ho sentito mai né voci né rumori.
M'hanno escluso dal mondo inavvertitamente.
(Mura, C. Kavafis)
1 commento:
accipicchia com'è sottile questo post! un sussurro cifrato...
la tua blg fan
a.
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