Ebbene sì lo ammetto: a me gli stati uniti piacciono. Non fraintendiamoci, il loro sistema sanitario nazionale mi fa orrore, la loro politica estera mi fa schifo e la american way of life non credo proprio faccia per me (ci ho provato a farmela piacere ma non ce l'ho fatta). Però il paese mi piace. Ci abitano 300milioni di persone, è un paese immenso e quindi ci si trova di tutto. La diversità (in senso biologico e culturale) che lo caratterizza lo rende uno dei posti più affascinanti del pianeta. Prendiamo ad esempio un altro pezzetto di questa mia (favolosa per me) vacanza americana.
Mi sveglio presto, un po' il jet lag, un po' è sempre così. Con onesy (il gatto) prendo il caffè e facciamo un giretto in giardino, tanto per vedere se la magnolia continua ad essere bella. I miei amici devono andare a lavorare, quando si svegliano ragioniamo insieme su cosa potrei fare nel frattempo. Ho a disposizione una macchina (è di uno dei figli del gallese che al momento è altrove), quindi posso andare ovunque. Ma il pensiero corre alle cose che non si fanno mai nella vita normale, sei sempre troppo di corsa e piena di pensieri: mi vado a fare manicure e pedicure. La maestra di yoga propone un posto, il gallese mi disegna una mappa e mi da indicazioni, so che mi perderò, non mi ha mai dato indicazioni stradali comprensibili... metto a fuoco un paio di punti essenziali e mi avvio. La macchina non ha il cambio automatico e questo mi rilassa, mi perdo come previsto, ma grazie ad un paio di punti fondamentali trovo il luogo.
Mi sveglio presto, un po' il jet lag, un po' è sempre così. Con onesy (il gatto) prendo il caffè e facciamo un giretto in giardino, tanto per vedere se la magnolia continua ad essere bella. I miei amici devono andare a lavorare, quando si svegliano ragioniamo insieme su cosa potrei fare nel frattempo. Ho a disposizione una macchina (è di uno dei figli del gallese che al momento è altrove), quindi posso andare ovunque. Ma il pensiero corre alle cose che non si fanno mai nella vita normale, sei sempre troppo di corsa e piena di pensieri: mi vado a fare manicure e pedicure. La maestra di yoga propone un posto, il gallese mi disegna una mappa e mi da indicazioni, so che mi perderò, non mi ha mai dato indicazioni stradali comprensibili... metto a fuoco un paio di punti essenziali e mi avvio. La macchina non ha il cambio automatico e questo mi rilassa, mi perdo come previsto, ma grazie ad un paio di punti fondamentali trovo il luogo.
Bisogna ricordare che negli US vige il culto-dell'unghia-perfetta, non ho mai capito perché ma così è, quindi in un posto dove fanno mani e piedi ti fanno di tutto: massaggio piedi con acqua turbo, massaggio alle gambe, piedi e mani... insomma un'esperienza dell'altro mondo.
Per tornare ci metto un po' dato che mi ri-perdo, ma non ho niente da fare e così mi godo il vagabondare tra villette e prati. Dopo un po' la maestra di yoga torna e si parte per la sua casa al mare, long beach island. Di nuovo un posto incantato. Una baia di acqua bassa con isolette flottanti piene di uccelli marini che fanno il nido là per la stagione. Quando vedo gli uccelli mi rendo conto che sono davvero dall'altra parte dell'oceano, a parte i gabbiani e qualche airone, non ne riconosco uno.
Poi ci immergiamo tra le dune e la macchia per emergere accanto al faro, il cielo azzurro intenso, la marea che sale veloce, il colore dell'edificio, per me è come un film al rallentatore. Mi sento tornare viva e mi godo ogni singolo respiro.
Arriva il gallese si va a cena (ottima) e poi a dormire, la luce del faro lambisce i miei piedi mentre il rumore del mare mi culla in lontananza.
La mattina la maestra di yoga prende u aereo per andare a trovare nipoti vari, io e il gallese optiamo per un'uscita in kajak nella baia. Due ore a remare, chiacchierare e ciondolare in mezzo alle isolette e agli uccelli marini. Si fanno programmi sul seguito. Io voglio andare a New York, desidero fare alcuni giri ed andare a seguire un paio di lezioni che si terranno nel pomeriggio su cose di mio interesse specifico. Allora rapido pranzo e di corsa alla stazione degli autobus. In un'ora e mezza sono a Port Authority sulla 42nd strada. Un delirio!
Seguo le mie lezioni, poi raggiungo il gallese che insieme a uno dei figli e ad un suo amico mi aspettano per andare a cena. L'amico è uno strano e simpatico personaggio, un omone vero WASP cioè bianco, alto borghese americano, ma parecchio anticonvenzionale. Fuori da ogni cliché sul genere. Fumatore, bevitore e gourmet, infatti propone lui il ristorante
Be' se qualcuno vi dice che negli Stati Uniti si mangia male non credetegli, sopratutto se si parla di New York. Cena a quattro stelle!
Ci si saluta magari domani si va al mare insieme, torniamo nel New Jersey. Mi fermo a pensare un momento: ma dove altro al mondo avrei mai potuto passare una giornata così, in cui si va dalla natura più pura e pulita al casino metropolitano totale senza alcuno sforzo?
E sopratutto, che voglio di più dalla vita?
2 commenti:
ma onesy il caffè lo prende con o senza zucchero?.....no, lo chiedo perchè mi interessa capire se ha origini napoletane...:-) V
PS.: scrivi proprio bene
beh! anche a casa mia succede più o meno lo stesso.....ma in senso temporale...in un minuto passi dalla tranquillità paradisiaca al casino tragico....ma più volte nello stesso minuto! :-) V
Posta un commento