martedì 14 aprile 2009

Attese


Giorni complessi questi. Molto lavoro, molto riflettere, molto altro donato e ricevuto, come per caso, in brevi attimi di condivisione rubati alla vita usuale. Tempo trascorso accanto a chi aspetta, in compagnia di quel parlare d'altro, di quel mai dire certe parole, che sottintende l'enormità di una situazione. Una tristezza sottile che si sovrappone, si mescola alla morte presente che aleggia qui accanto, tra le montagne. Un terremoto interiore si affianca a quello reale, sei lì con quell'amico e aspetti con lui, aspetti, senza mai nominare l'attesa. Ti muovi, mangi, dormi, tutto come sempre, con un ritmo quasi uguale a quello di ogni giorno, nel profondo ti senti come al centro della piazza dell'auditorium di Roma, quella piazza di astronave inventata da Renzo Piano, con quegli oggetti architettonici, enormi, incombenti, onnipresenti, locali di astronave aliena dal contenuto impalpabile, fatto di suoni. Qui, nello scorrere dei giorni, viaggi in compagnia di astronavi colme di emozioni inesplorate e temute. Aspetti e ripensi ad una poesia di Hikmet che già hai usato altrove, là con intenso ottimismo, oggi la richiami come una specie di rito scaramantico e con una vaga sensazione di urgenza.

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
(N. Hikmet)

7 commenti:

Gillipixel ha detto...

scrittino, foto e poesia come sempre perfettamente armonizzati...tutto molto bello, Farly, pur in questo essere tutto così malinconico, in fondo un po' come è la vita stessa...
la foto in particolare, ha un taglio magistrale, bella...
shiddisp dice blogspot, che mi fa venire in mente una specie di cugini degli hiddish :-)

Gillipixel ha detto...

veh...adesso mi dice micie :-) non potevo non renderne conto :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

malinconia e desiderio di vita :-) pensando ai frullatori naturalmente ...

farlocca farlocchissima ha detto...

aggiungo che shiddisp è quel cugino a cui si può andare a rompere le scatole quando si è tristi, ha sempre qualche bella storiella da raccontare :-)

Gillipixel ha detto...

ehehee...sì, sì...poi delle volte ci trovi pure lo zio Hyper, un vecchio figlio dei fiori che è stato a woodstock e al festival del carciofo visionario di Chattanooga, ed ha in repertorio sempre qualcosa di pischedelico da raccontare :-)

Anonimo ha detto...

cara farli, mi pare di cogliere nuove aperture. è come se (perdona la presunzione) vibrasse una nuova armonia...
abbracci + frrrr (non di frrrullatore)
a.

farlocca farlocchissima ha detto...

frrr a te a. ... sì nulla resta mai uguale per fortuna e nuove armonie suonano anche nella testa :-)