giovedì 23 aprile 2009

Seduta

E' un giorno di sole, dopo tanto freddo c'è stata una tregua, vera, un giorno di primavera. Esco a camminare, macino chilometri senza pensare a nulla, solo respirando e cercando di scacciare l'inverno anche dentro di me. Cammino, l'equilibrio interiore vacilla, il mio essere un frullatore, il mio sentirmi nel frullatore, sono materia di riflessione frequente di questi tempi. Mentre cammino sembrano prendere forma delle rassicuranti razionalizzazioni a posteriori. Me le godo per un po', mi crogiolo nella tensione che si allenta e ad un certo punto mi accorgo della stanchezza, sono varie ore che cammino. Mi siedo, a valle Giulia, sotto il colonnato della galleria d'arte moderna. Una brezza leggera accarezza le colonne e smuove i teli che annunciano la mostra odierna (bella per altro). Mi siedo e respiro, non c'è nessuno intorno, poche macchine che passano, la folla è nel parco, a Villa Borghese, qui solo la quiete. I giochi di luce tra le colonne, la scarsa presenza umana è silenziosa, c'è spesso pace qui. Una pace che cerco di assorbire nel respiro, scacciando, a volte con successo, il senso di malinconia che l'inverno mi ha portato.

E dopotutto ci sono tante consolazioni!
C'è l'alto cielo azzurro, limpido e sereno,
in cui fluttuano sempre nuvole imperfette.
E la brezza lieve [...]
e, alla fine, arrivano sempre i ricordi,
con le loro nostalgie e la loro speranza,
e un sorriso di magia alla finestra del mondo,
quello che vorremmo,
bussando alla porta di quello che siamo.
(Fernando Pessoa)

3 commenti:

Gillipixel ha detto...

questo scrittino farlocco è avvolgente come una lieve foschia del cuore...una foschia che dona tepore, però...è sempre molto bello come sai armonizzare immagine, citazione e tue impressioni...i tre elementi entrano in risonanza fra di loro e uno si incammnina coi suoi pensieri che vanno a braccetto con i tuoi...
lossned, dice blogspot: nel suo inglese fatto in casa vuol dire "necessità di smarrimento controllato" :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

mi piace questa storia dello smarrimento controllato, mi piace molto, anche se sperare di controllare una cosa qualsiasi mi sembra quanto mai irrealistico... forse ha più senso dire "necessità di smarrimento consapevole" ecco così mi suona meglio :-) buonagiornata gilly

Gillipixel ha detto...

sì, Farly..."consapevole" raffina meglio il concetto...se è controllato, ci si perde il vero senso dello smarrimento, che è la potenzialità dello scaturire a sorpresa di nuovi aspetti della vita...non so...smulashe secondo blogspot, forse in riferimento alle belle ragazze di una Triste tutta di fantasia :-)
buonagiornata anche a te!