Immagini nelle immagini, riflessi di sacro nel profano. Il sacro della cupola ottiene le gambe del visitatore profano, con esse percorre la sala guardando l'esposizione di altre opere, ora profane ma un tempo anch'esse sacre. Chissà quando questa cupola perderà il suo stato di emblema e diverrà solo un oggetto nel cielo di Roma? L'altare nella teca ci ha messo qualche tempo per passare da oggetto di culto, a rudere dimenticato e poi a oggetto di pura ammirazione. Nella teca si muovono i visitatori, si imbevono di impressioni antiche, poi escono e accanto altra arte, solo poco più recente.
A Roma ci si muove tra impressioni sovrapposte, tra emblemi di ciò che è stato e di ciò che è ancora, tra luci, ombre, riflessi che sussurrano o gridano storie che, quasi mai, capiamo razionalmente. Per Roma cammini ma non ascolti con la testa, non vedi solo con gli occhi, assorbi direttamente dalla pancia nell'anima. A volte, qualcuno, in uno scatto, riesce a fissare quel sovrapporsi di sensazioni, quel mescolarsi di uomini e cose che a me toglie il respiro, perché, in fondo, in questo modo, solo qui è possibile.
A Roma ci si muove tra impressioni sovrapposte, tra emblemi di ciò che è stato e di ciò che è ancora, tra luci, ombre, riflessi che sussurrano o gridano storie che, quasi mai, capiamo razionalmente. Per Roma cammini ma non ascolti con la testa, non vedi solo con gli occhi, assorbi direttamente dalla pancia nell'anima. A volte, qualcuno, in uno scatto, riesce a fissare quel sovrapporsi di sensazioni, quel mescolarsi di uomini e cose che a me toglie il respiro, perché, in fondo, in questo modo, solo qui è possibile.
Gli dei sono felici
Vivono la vita calma delle radici.
I loro desideri non li opprime il Fato,
o, se li opprime, li redime
con la vita immortale.
Non hanno ombre o altri che li attristino.
E, inoltre, non esistono...
(Fernando Pessoa)
Vivono la vita calma delle radici.
I loro desideri non li opprime il Fato,
o, se li opprime, li redime
con la vita immortale.
Non hanno ombre o altri che li attristino.
E, inoltre, non esistono...
(Fernando Pessoa)
6 commenti:
sono rimasto estasiato da questo piccolo capolavoro di sensibilità...l'immagine, il commento, la poesia, tutto è perfettamente bello nel suo essere bellevolmente perfetto :-) io sono un campagnolo inveterato, ma anche ad un "agreste ruralis bifulcus" come me Roma sa dare emozioni incredibili e le ho ritrovate in questo scrittino farlocchesco pregiato che merita come voto un bel 10 cum laude sorridente :-)
grazie grazie :-) tra uno starnuto e l'altro qualche neurone mi funziona ancora ... etcì
prego, prego...salute! :-)
Elenco di artisti e creatori di bellezza che mi ha evocato questo scrittino farlocchesco:
Mondrian, Mies van der Rohe, Bernini, Michelangelo, Borromini, Trilussa, Gadda, Jacobus Johannes Pieter Oud, Le Corbusier, Terragni, Gropius, Gerrit Rietveld, Sordi :-)
ehm... evocati... giusto? non è che mi associ, VERO? :-D comunque l'unico che non condivido tanto è sordi, mica per altro ma perché troppo legato al contesto in cui ha prodotto le sue cose, tra un po' è facile che i suoi personaggi e il suo humor non si capiscano più... boh, ho la testa nell'ovatta...
eehhehehehe...no, no, pura evocazione :-) ...Sordi e Trilussa li avevo inseriti soprattutto in relazione a questo passo:
"...non ascolti con la testa, non vedi solo con gli occhi, assorbi direttamente dalla pancia nell'anima..."
...nel senso che li intendevo come la parte popolana e viscerale di Roma, che tra l'altro per è una parte molto nobile ed affascinante, al pari di quella aulica e storicamente più ufficiale...ma l'evocatrice sei te, quindi a questo punto, su Sordi, non mi sento l'evocazione certificata :-)
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